CACCIA – “Avvieremo un fitto dialogo ed un fronte comune per riuscire a far ridefinire KC più omogenei tra Stati membri, pretendendo che si recuperi uno spirito laico, intellettualmente onesto e basato su reali dati e metodi scientifici comuni relativi alle specie migranti”. Queste le parole dell’On. Giancarlo Scottà, ieri, a conclusione della conferenza “La Caccia nell’Anno Europeo del patrimonio culturale – Le sfide di oggi e di domani” tenutasi al Parlamento Europeo e organizzata dallo stesso On. Scottà in collaborazione con FACE (Federazione europea per la caccia e la conservazione).
Nel corso dell’incontro è infatti emerso come vi sia una profonda disambiguità tra i calendari e le deroghe venatorie applicate nei vari Paesi dell’Unione Europea. Differenze che sfiorano, in alcuni casi, l’incoerenza soprattutto tra regioni di confine. “La Commissione Europea deve determinare i criteri di raccolta ed elaborazione dei dati scientifici alla base delle decisioni degli Stati membri – ha spiegato l’On. Scottà – verificare che gli stessi Stati avviino un dialogo con tutti i portatori di interesse, regione per regione, ed infine assicurarsi anche che l’applicazione dei calendari venatori e delle specie cacciabili sia omogenea, anche applicando i principi di deroga per le colonie in salute. Presenterò un’interrogazione, insieme a miei colleghi per chiedere all’Europa di prendere finalmente una posizione chiara e forte, per far sì che il mondo della caccia europeo non sia più vittima di certe visioni ambientaliste estreme. O tutti gli Stati membri ragionano con i medesimi crismi scientifici e con i medesimi approcci, oppure continueranno a prendere in giro un’intera categoria che, ricordo, ingenera un’economia non indifferente in Italia ed in Europa”.
“Su questi temi, in Italia serve un’inversione di marcia, perché nelle istituzioni si fanno prevalere posizioni anticaccia – ha continuato il Sen. Francesco Bruzzone ponendo l’attenzione sull’atteggiamento politico e antiscientifico dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) – La parte sentimentale non deve intervenire su giudizi razionali della gestione del prelievo venatorio come invece accade. Abbiamo alcune problematiche che non siamo stati capaci di risolvere che fanno prevalere, invece, posizioni anticaccia. È necessario attivare un principio deroga del prelievo venatorio in alcune importanti aree e su pochissime specie che sono in un’eccezionale stato di salute. Intendo un prelievo che potrebbe andare dall’uno al due per cento della mortalità annua naturale e che per tanto, può essere considerato insignificante”.
“Ci vuole anzitutto chiarezza dalla Commissione Ue per limitare, appunto, gli atteggiamenti di natura meramente politici che si manifestano in Italia – ha ribadito il Sen. Bruzzone – Atteggiamenti, quelli di Ispra, che si stanno palesando soprattutto sulla partita della modifica dei KC della Direttiva Uccelli, per cui l’istituto italiano ha chiesto ulteriori restrizioni. Gli uccelli migratori non conoscono confini. L’auspicio è che, in un rinnovato dialogo, laico e su base scientifica, tra tutti i gli Stati membri e gli stakeholder, possano concordare date omogene”.