Le associazioni animaliste italiane appellandosi alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la legge riguardante il Calendario Venatorio abruzzese chiedono che anche altre regioni si uniformino alla stessa sentenza.
Gli animalisti di Enpa, WWF Italia, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Lac, Lav e VAS considerano la sentenza n.20/2012 della Corte Costituzionale che accoglie il ricorso del Governo e dichiara illegittima la legge sul Calendario Venatorio della regione Abruzzo un precedente al quale si debbano uniformare le altre regioni considerate fuorilegge.
Affermano infatti gli ambientalisti, “Le leggi di Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche e province autonome di Trento e Bolzano sui calendari venatori sono da considerarsi illegittime. Cade anche la strategia di alcune regioni di raggirare le indicazioni nazionali e comunitarie attraverso lo strumento della legge. Le regioni si conformino rapidamente alle regole di tutela ambientale, non solo per le deroghe ma anche per i calendari venatori”.
Proseguono poi le associazioni ambientaliste sottolineando, “Questa fondamentale sentenza della Corte Costituzionale, la prima sulla materia, sebbene si riferisca in particolare alla legge della regione Abruzzo (che peraltro aveva cessato i suoi effetti) ha una esplicita portata complessiva e va a bocciare ogni regione che abbia inteso o intenda prevedere il calendario venatorio mediante una legge provvedimento, affermando invece l’obbligo di emanarlo esclusivamente con la forma dell’atto amministrativo”.
Secondo la Corte Costituzionale, “La scelta che si provveda con atto amministrativo è l’unica coerente e si inserisce armonicamente nel tessuto della legge n. 157 del 1992” in quanto consente “ai cittadini e alle loro organizzazioni rappresentative la possibilità di tutelare i propri interessi legittimi dinanzi al competente giudice amministrativo” ed in particolare perché così risulterebbe possibile agire, qualora necessario, rapidamente sui contenuti del calendario come inserire nuove tutele, modificare i tempi, i luoghi, le specie cacciabili e le stesse modalità con cui è ammesso lo svolgimento dell’attività venatoria.
Inoltre, seguendo questo filo logico la Consulta ha evidenziato che “la selezione, sia delle specie cacciabili, sia dei periodi aperti all’attività venatoria, implichi l’incisione di profili propri della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, che fanno capo alla competenza esclusiva dello Stato” ed “il legislatore nazionale ha perciò titolo per imporre alle Regioni di provvedere nella forma dell’atto amministrativo, anziché in quella della legge”.
Le associazioni animaliste esultano per la sentenza della Corte Costituzionale in quanto dovrebbe significare la fine per l’utilizzo diffuso del ricorso alla legge per l’emanazione dei calendari venatori da parte delle Regioni; secondo gli ambientalisti tale espediente avrebbe un effetto a cascata su molte regioni italiane in cui andrebbero a considerarsi illegittimi tutti gli atti regionali e provinciali scaturiti dal Calendario Venatorio facendo così implodere l’intero meccanismo venatorio.
Infine gli animalisti pongono in evidenza il fatto che la Corte Costituzionale ha puntualizzato l’obbligo di emanare il calendario venatorio “entro e non oltre il 15 giugno di ogni anno” previsto dalla 157/92, facendo presente che le Regioni non hanno mai rispettato tale obbligo auspicando che da questa sentenza in poi sia invece tassativamente rispettato.
E’ possibile visionare il testo originale della sentenza della Corte Costituzionale in merito al Calendario Venatorio abruzzese: Sentenza della Corte Costituzionale 20/2012 Calendario Venatorio Abruzzese.