Caccia: il Tar della Lombardia boccia i due giorni «extra».
LA SENTENZA. Il Tar della Lombardia sezione Brescia ha accolto il ricorso della Lac sospendendo i due giorni di caccia aggiuntiva alla fauna migratoria nei mesi di ottobre e di novembre.
Sala: «Calpestata la nostra tradizione venatoria» La Lac: «Un nuovo smacco per una politica dissennata»
Altra doccia fredda per i cacciatori bresciani. Ieri il Tar di Brescia, dopo lo stop alla pre apertura per tortora e merlo, ha bocciato un’altra decisione della giunta provinciale (legata a una deroga regionale alla legge nazionale): sospesi i due giorni alla settimana di caccia aggiuntiva alla fauna migratoria nei mesi di ottobre e novembre. Insomma, adesso si potrà sparare solo per tre giorni alla settimana anziché cinque.
Lo stop arriva con una ordinanza che accoglie una istanza presentata ai giudici dalla Lega abolizione caccia (Lac). La motivazione cardine? «Il numero di giornate di caccia appare recessivo rispetto all’interesse alla conservazione delle specie cacciate che, dal parere dell’Ispra, appare minacciato, non esclusivamente ma indubbiamente anche dall’esercizio dell’attività venatoria». La vittoria degli ambientalisti diventa poi triplice se si considera anche l’ordinanza, sempre del Tar, per la maggior tutela dei valichi alpini (Maniva e Colle San Zeno) a cui la Provincia si è adeguata nei mesi scorsi vietando la vagante all’avifauna migratoria.
Durissimo il commento dell’assessore provinciale alla Caccia Alessandro Sala, mentre esultano le associazioni ambientaliste, Lac in testa. «Il provvedimento – ha dichiarato Sala – è di una gravità inaudita ed è motivo di indignazione per i cacciatori. Ineccepibile sotto il profilo formale, ha conseguenze che calpestano con indifferenza la tradizione venatoria e che risultano offensive nei confronti dei cacciatori bresciani». Per l’assessore il Tar non ha approfondito la documentazione presentata dalla Provincia, che dimostrava come le specie prese in esame non fossero in sofferenza: «Il Tar basa il suo giudizio esclusivamente sul parere negativo dell’Ispra, senza commentare i dati forniti da noi. A questo punto si dubita persino che siano stati letti».
Scarno ma incisivo il commento della Lega abolizione caccia: «Un nuovo smacco per la politica dissennatamente filovenatoria della Provincia di Brescia, dal momento che il Tar ha tranquillamente fatte proprie le nostre motivazioni sulla minaccia alla fauna selvatica rappresentata dalla caccia. Una nuova vittoria che si tradurrà in una minore perdita di vite alate sacrificate sull’altare di un crudele e anacronistico passatempo». P.GOR.
fonte: Bresciaoggi.it