Anche i deputati PdL si dissociano dalla gaffe dell’on. Brambilla riguardante la questione di presunti contributi pubblici destinati alla caccia: “ha dimostrato scarsa conoscenza in materia”.
Sono proprio i deputati del PdL Nino Germanà, Mario Valducci, Luciano Rossi, Carlo Nola, Annamaria Bernini, Agostino Ghiglia e Remigio Ceroni che con una loro nota congiunta si dissociano dalle affermazioni dell’ex ministro Michela Brambilla sulla questione di presunti fondi pubblici destinati a cacciatori ed Associazioni Venatorie con le quali ha dimostrato scarsa conoscenza in materia venatoria.
Si legge infatti nella nota dei deputati PdL, “Dobbiamo dissentire in toto e prendere le distanze dalle esternazioni dell’ex ministro Brambilla che, da sempre molto sensibile alle tematiche ambientali e naturali, ha dimostrato, nel tentativo di perorare la sua causa, scarsa conoscenza in materia venatoria”.
Hanno quindi precisato i deputati, “Occorre precisare che le argomentazioni poste alla base della sua interrogazione si rivelano infondate poiché è un errore agitare lo spettro dei contributi pubblici erogati a favore delle associazioni venatorie, quando si tratta di meri ristorni sulla base di un’addizionale versata dai cacciatori stessi”.
Proseguendo i deputati hanno poi aggiunto, “Inoltre, è giusto chiarire che la legge 157/1992 prevede che i ristorni rappresentino la quasi totalità del gettito che proviene dalle Associazioni Venatorie, mentre ad oggi lo Stato trattiene parte del gettito e i tanto vituperati cacciatori, non solo costituiscono una fetta importante dell’economia del nostro Paese grazie alle ricadute ed all’indotto prodotto dalla nobile arte della caccia, ma paradossalmente offrono, in silenzio, il loro contributo per il finanziamento di beni e servizi a favore di tutti gli italiani”.
Infine hanno concluso critici i deputati PdL, “L’Onorevole Brambilla, sicuramente e seppur autorevole, rappresenta però solo una delle voci che animano il più vasto universo multiforme del Pdl, e sarebbe meglio che adducesse argomentazioni più accurate e dettagliate visto che riferirsi a contributi pubblici, in un momento di crisi particolarmente difficile, appare strumentale e getta discredito su migliaia di uomini dell’intera categoria dei cacciatori, alla quale ci fregiamo di appartenere”.