Dopo circa un anno arriva finalmente una risposta da parte del Governo sulla questione della caccia in deroga, sulla possibilità di cacciare lo storno e sul ruolo dell’ISPRA.
Circa un anno alcuni deputanti, tra cui l’on. Sandro Brandolini, avanzarono un interrogazione parlamentare con la quale si chiedeva al Governo chiarimenti sulla situazione in Italia per la caccia in deroga; soprattutto si chiedeva con urgenza l’emanazione di apposite linee guida in merito, l’inserimento della specie Storno tra quelle cacciabili ed infine si chiedevano chiarimenti circa il ruolo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale nel fornire i dati e i pareri di competenza.
All’interrogazione parlamentare ha dato risposta il Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Franco Braga: “In merito alle linee guida per le deroghe venatorie, il Mipaaf ha proposto un emendamento da inserire nel testo della legge Comunitaria 2011 per la modifica dell’articolo 19-bis della legge 157 del 1992 il cui scopo è quello di sanare la procedura di infrazione comunitaria n. 2131 del 2006 con la quale la Commissione ha contestato il sistema di controllo di legittimità delle deroghe al prelievo di specie di avifauna (articolo 9 della direttiva 2009/147/CE) emanato a livello regionale, il quale continua ad essere sostanzialmente inefficace e intempestivo.
Tale provvedimento riguarda la disciplina di tutte le deroghe previste dall’articolo 9 della direttiva comunitaria, che debbono essere adottate con atto amministrativo e con anticipo tale da consentire l’esercizio del potere sostitutivo del Presidente del Consiglio. L’emendamento in questione, elimina il dettato dell’articolo 42 della legge comunitaria, articolo 3, comma 4-bis, il quale prevedeva l’emanazione di linee guida con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.
Circa il parere fornito dall’Ispra per l’adozione, da parte delle Regioni, delle delibere di deroga evidenzio che, come del resto si evince dalla semplice lettura della normativa di riferimento (legge n. 157 del 1992 e n. 221 del 2002), la sua acquisizione è sicuramente da intendersi obbligatoria, ma non vincolante. Ciò trae conferma, peraltro, anche da una serie di recenti sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali che si sono pronunciati in tal senso in occasione di alcuni ricorsi in materia di deroghe.
Infatti, considerato che ai sensi dell’articolo 7 della legge n. 157 del 1992 tale Istituto è un organo scientifico e tecnico di ricerca e consulenza per lo Stato, le Regioni e le Province, non può di certo sostituire le Amministrazioni nel compimento delle proprie scelte in materia di caccia, ma solo supportarle sotto il profilo squisitamente tecnico. Peraltro, il parere reso da tale organo sul calendario venatorio potrebbe essere, in linea di principio, anche disatteso dall’Amministrazione regionale la quale, tuttavia, è tenuta ad esprimere le pertinenti motivazioni.
Per ciò che concerne, infine, la questione dell’inserimento dello storno tra le specie cacciabili ricordo che, a seguito dell’ennesima risposta negativa della Commissione Europea, la mia Amministrazione, al fine di predisporre un quadro completo e aggiornato dello status di conservazione di tale specie (la cui mancanza è stata eccepita dalla Commissione europea) ha accordato all’ISPRA, competente organismo tecnico in materia, l’autorizzazione a continuare anche nel 2010 l’attività di studio intrapresa per la realizzazione di un progetto concernente le problematiche gestionali legate allo storno in Italia.
La relazione prodotta da ultimo dall’Istituto suddetto perviene alla conclusione che nel nostro Paese non si riscontrano particolari situazioni critiche riguardo allo stato di conservazione della specie, né rispetto alla situazione ambientale che non appare meno idonea a confronto degli altri Paesi ove è, invece, cacciabile. Vorrei comunque evidenziare che, in occasione di una riunione indetta dal predetto Dipartimento nello scorso mese di luglio, ove è stato affrontato anche il tema dell’inserimento dello storno tra le specie cacciabili, i rappresentanti comunitari hanno riconfermato la complessità dell’iter per addivenire alla modifica normativa dell’Allegato in questione (per cui viene richiesta una procedura di codecisione) e rappresentato l’opportunità di rivedere in toto gli Allegati della «Direttiva uccelli» alla luce dei dati sullo stato di conservazione delle specie ivi inserite. Tale ipotesi, tuttavia, potrebbe determinare l’inserimento di nuove specie, ma anche l’esclusione di altre, attualmente presenti negli Allegati stessi.
Ciò stante, è evidente che se anche la richiesta italiana fosse considerata ragionevole e condivisibile, come è possibile prevedere, l’iter per ottenere la cacciabilità dello storno non è sicuramente breve. Anche perché dall’approvazione in sede comunitaria consegue la procedura di recepimento dei nuovi elenchi mediante Decreto del Presidente del Consiglio, su proposta della mia Amministrazione e d’intesa con il Ministero dell’ambiente”.
L’On. Brandolini, sede di XIII Commissione sugli interventi in tema di danni all’agricoltura causati dalla fauna selvatica con particolare riferimento al prelievo venatorio in deroga e all’inserimento dello storno tra le specie cacciabili si dichiara insoddisfatto per la risposta fornita dal Governo all’interrogazione.
Infatti Brandolini fa presente che, allo stato attuale, la caccia allo storno sarà possibile solo in deroga per quantitativi limitatissimi, mentre tale specie si rende colpevole di ingenti danni alle colture agricole, danni destinati ad aumentare per effetto del mancato abbattimento di esemplari nello scorso anno. Ricorda inoltre l’onorevole che l’anno passato non si è potuto cacciare in deroga lo storno per la mancanza delle prescritte linee guida e che, avvicinandosi l’apertura della nuova stagione di caccia, è probabile che tale mancanza perdurerà anche nell’attuale, visto che le disposizioni preannunciate dal Governo per l’abolizione delle linee guida stesse, che dovranno essere inserite nella nuova legge comunitaria, difficilmente entreranno in vigore in tempo utile.
Ad aggravare ulteriormente il quadro della situazione vi è poi la questione dei pareri dell’ISPRA, che l’Istituto si rifiuta di esprimere, adducendo la mancanza dei dati relativi alla quantità di volatili presenti sul territorio nazionale, dimenticando che quando aveva avallato la richiesta di rendere la specie dello storno cacciabile ne aveva accertata la consistenza sui cieli nazionali. Osserva pertanto che se le modifiche normative illustrate dal sottosegretario potrebbero in realtà consentire di superare il problema delle linee guida, potrebbe in ogni caso permanere l’impossibilità ad agire qualora l’ISPRA si dovesse rifiutare di esprimere il parere che, pur non essendo vincolante, è obbligatorio acquisire.
L’onorevole Brandolini quindi rivolge un appello al Governo affinché voglia agire nella direzione di superare tali ostacoli, per evitare gli immani danni che si produrranno al settore agricolo, già duramente provato dalla crisi, perdurando il divieto di caccia di tale specie.