La Lega Anti Vivisezione (LAV) ha diffuso dati allarmanti sulla caccia e i presunti abbattimenti nel nostro paese. Ecco il testo del comunicato animalista: “In Italia sono cacciabili una cinquantina di specie selvatiche, con alcune differenze in base ai regolamenti regionali. Un animale che può essere abbattuto nel Lazio, ad esempio, potrebbe non esserlo in Toscana e viceversa. Anche le tempistiche potrebbero variare.
In Sicilia la caccia a specie di uccelli migratori come anatre e trampolieri è stata posticipata al 2 ottobre, mentre quella ai conigli sarà permessa dopo il 15 di settembre e solo dopo un censimento che verificherà la salute della popolazione locale (i numeri sono in declino progressivo). Nonostante questi accorgimenti, la LAV stima che durante la stagione della caccia, in Italia, potrebbero essere uccisi legalmente 464 milioni di animali. Sono cinque milioni per ogni giornata venatoria (da 3 a 5 a settimana, in base ai regolamenti regionali), 500mila all’ora e 139 al secondo.
Questo tenendo presente il carniere giornaliero e stagionale dei 600mila cacciatori presenti sul territorio nazionale. Naturalmente si tratta di una stima in eccesso che può ridursi sensibilmente; benché le quote di capi stabilite per legge non vengano sempre rispettate, infatti, non tutti i cacciatori uccidono tutti i capi del proprio carniere, e ovviamente non tutti i cacciatori escono sempre e contemporaneamente nelle giornate venatorie. La stima della LAV suggerisce che, per raggiungere quelle cifre, ogni cacciatore italiano debba uccidere circa 770 animali nell’arco dell’intera stagione. Considerando la cinquantina di specie coinvolte, si tratterebbe di diversi milioni di esemplari per ciascuna di esse. Si tratta dunque di numeri potenziali, ai quali vanno aggiunti quelli degli esemplari protetti – come questo rarissimo ibis eremita – che finiscono impallinati dai bracconiere”.