Gli scorsi giorni, i presidenti delle Associazioni Venatorie marchigiane Libera Caccia e Arci Caccia, Giancarlo Gasparini e Gabriele Sperandio, hanno incontrato l’Assessore Regionale Marche con delega alla Caccia Moreno Pieroni per fare il punto sulla situazione gestionale del territorio anche ai fini venatori con particolare riguardo alle operazioni controllo della fauna problematica. I Presidenti hanno rimarcato, per l’ennesima volta, la non attuazione dell’art. 25 della Legge regionale 7/95 (controllo della fauna selvatica) da parte delle Polizie Provinciali e soggetti abilitati. I Presidenti delle due Associazioni marchigiane sono molto preoccupati per la totale mancanza di gestione del territorio sul tema in oggetto. Questa deprecabile situazione ha portato, prima a conflitti con il mondo agricolo, conflitti dovuti principalmente all’eccessiva proliferazione della specie cinghiale e dai conseguenti danni all’agricoltura.
Le maggiori concentrazioni di tale ungulato si sono avute, soprattutto nelle aree precluse alla caccia come Oasi di Protezione e Zone di Ripopolamento e Cattura. Il mancato intervento con operazioni di controllo, principalmente durante il periodo primaverile/estivo, periodo nel quale si riscontra il più rilevante impatto di tale specie sulle colture agricole, ha determinato un sempre maggiore esborso di denaro per risarcire i danni provocati da questo ungulato riflettendosi altresì negativamente sulla gestione di altre specie di fauna stanziale minore. La Regione Marche ha recentemente cercato di ovviare a tale situazione adottando uno specifico Regolamento che disciplina la gestione del suide e ne prevede le azioni di contenimento correlate. Il problema è che tale regolamento è del tutto inattuato. In questo contesto, i suddetti Presidenti Regionali hanno rappresentato con pregnanza all’Assessore Pieroni la mancata adozione da parte della stessa Regione di uno specifico piano di controllo dei corvidi e delle volpi, piano peraltro espressamente previsto dalla vigente normativa.
La incontrastata proliferazione di tali specie opportuniste (gazze e cornacchie grigie soprattutto) pregiudica ogni forma di gestione del territorio (soprattutto di quello protetto) da parte degli Ambiti Territoriali di Caccia e fa sì che la piccola selvaggina stanziale (lepre, fagiano, starna e pernice rossa) stia scomparendo dalla nostra Regione. Se non si interviene subito il danno ambientale, per la perdita di queste specie, sarà immenso ed irreversibile. Le Polizie Provinciali marchigiane infatti, a seguito della Sentenza n. 139/2017 della Corte Costituzionale che annullava la legge Regionale Liguria, si rifiutano di applicare l’art 25 della precitata Legge, in quanto, sostengono, per quanto se ne sa, che la stessa non sia in coerenza con quanto sancito dalla Legge quadro nazionale 157/92 che regolamenta la protezione della fauna selvatica e quindi, l’attività venatoria e di controllo delle specie in soprannumero. “Avverso la Legge regionale Marche” – ribadiscono invece Gasparini e Sperandio – “non vi è alcun ricorso in atto e la stessa, perfettamente in vigore, deve essere pienamente applicata, come peraltro viene fatto, per citare alcuni esempi, in Emilia Romagna, Toscana ed Abruzzo.”
“Questa arbitraria presa di posizione delle Polizie Provinciali” – continuano- “blocca il controllo delle citate specie opportuniste (corvidi e volpe) e di conseguenza pregiudica ogni efficace gestione delle specie starna, fagiano, lepre e pernice rossa.” L’Assessore Pieroni pare aver afferrato il problema nonché la inderogabile urgenza della risoluzione dello stesso ed ha assicurato di intervenire coattivamente sulle Polizie Provinciali affinché si risolva la spiacevole situazione venutasi a creare. “La mancata applicazione della Legge regionale in vigore” – concludono i due Presidenti Regionali di Arci Caccia e Libera Caccia – “configura omissione di atti di ufficio e se si continuasse su questa linea saremmo costretti, entro breve tempo, ad esporre il problema, con atto formale, alla competente Magistratura”.