La caccia in Friuli Venezia Giulia rischia il blocco, questa è la denuncia di Federcaccia, a causa del Piano Faunistico Regionale non conforme ai piani particolareggiati, ovvero i 15 piani venatori distrettuali. A finire sotto la lente di ingrandimento è in particolare la percentuale di prelievo assegnata alla riserva di Turriaco, molto elevata rispetto al consentito. Sopra i limiti imposti dalla Regione anche le riserve di Boschini-Peteano e San Daniele.
È la stessa Federcaccia a sollevare l’anomalia in una comunicazione ufficiale ai soci: «La riserva di Turriaco, unica in tutto il distretto, è stata ammessa al prelievo del capriolo nella percentuale del 30 per cento del censito 2015 quando il Piano faunistico regionale pone come tetto massimo il 25 per cento e tutte le altre riserve sono state tenute sotto tale soglia.
Anche in relazione alla specie lepre – continua la nota di Federcaccia -, la riserva di Turriaco pur avendo da anni un calo costante della presenza della lepre oltre che il sistematico mancato raggiungimento dei piani di prelievo è stata indicata fra quelle in cui gli abbattimenti sono ancora consentiti quando invece negati a quasi tutte le altre riserve confinanti. Penalizzate ingiustificatamente sia per quanto riguarda la lepre sia il capriolo sono state le riserve di Villesse, Ruda, Pieris, San Canzian, La Macorina, San Pier d’Isonzo e Campolongo al Torre».
C’è chi fa notare che la riserva di Turriaco è diretta da Albano Bergamasco, al contempo anche componente del Comitato faunistico regionale e presidente di distretto. Ovvero chi è chiamato a valutare i Piani distrettuali. Lo stesso Bergamasco è stato anche pizzicato dal corpo forestale regionale per «plurime violazioni della normativa sulla caccia». Violazioni che gli sono costate un’ammenda pecuniaria (confermata dal tribunale di Udine e dalla Corte d’appello di Trieste).
I problemi all’interno del Piano Faunistico Regionale però non riguardano solo la riserva di Turriaco. «Anche la riserva di Boschini – Peteano presenta valori inconciliabili con il dispositivo regionale – prosegue la nota di Federcaccia -. In relazione al capriolo il prelievo richiesto per la prossima annata è stato del 34 per cento. Casualità vuole che il direttore di quella riserva sia anche il presidente di distretto, Renzo Ambrosi”.
“Anche nella riserva di San Daniele – dicono da Federcaccia – è stata riscontrata una situazione analoga, con una percentuale di prelievo del capriolo al 28 per cento. La riserva è diretta dal presidente di distretto, Franco Miconi”. Il Piano faunistico regionale è una pianificazione generale del territorio per la gestione della fauna selvatica e degli habitat. Un documento che la Regione ha portato a termine dopo 20 anni di gestazione.
Il territorio venatorio è suddiviso in quindici distretti, ciascuno con il proprio Piano venatorio distrettuale. Chiaramente i Piani venatori distrettuali dovrebbero attuare le previsioni del Piano Faunistico Regionali e il cuore della questione sta tutto qui: al momento non succede e basterebbe un unico ricorso al Tar per bloccare senza limite la caccia in regione.
Infatti il Piano Faunistico Venatorio, dopo avere censito i caprioli, stabilisce che ogni riserva può abbatterne al massimo il 25 per cento. “Abbiamo rilevato diverse di queste discrasie – commenta il presidente di Federcaccia Fvg, Paolo Viezzi -, è meglio anticipare i ricorsi e portare tutto alla legalità quanto prima”.
( 5 maggio 2016 )
Fonte: NuovaVenezia