Caccia e Fauna, problematiche moltiplicate a causa del passaggio di competenze in materia previsto dal prossimo 1 giugno 2016, questo è in sostanza quanto ha affermato Mara Cernic, vicepresidente della Provincia di Gorizia ed assessore all’Ambiente.
“Sono sempre stata contraria alla chiusura delle Province. – afferma il presidente Cernic – L’ho dichiarato in tempi non sospetti, motivando le ragioni del mio “NO”. E oggi posso dire di essere sempre più convinta dell’inutilità di questa operazione. Dal primo giugno, infatti, l’Ufficio Faunistico e Venatorio passerà sotto le competenze delle Regione e, con esso, anche la complicata partita della gestione della presenza dei cinghiali. I meccanismi si faranno più farraginosi”.
Le considerazioni della Cernic costituiscono una sorta di replica alle grida di protesta e di aiuto degli agricoltori di Romans d’Isonzo, Villesse, Versa o comunque di coloro i cui terreni insistono nella zona di territorio a ridosso dell’argine sinistro del torrente Torre, vessati ormai dalle orde di cinghiali che ormai ogni notte devastano campi coltivati ed altri attività umane.
“Siamo già fortemente penalizzati – avevano protestato gli agricoltori – dal mercato e dalla concorrenza estera quando vendiamo il nostro prodotto: se poi ci mettiamo anche i cinghiali, viene voglia di abbandonare tutto”; la triste conclusione degli agricoltori viene anche dalla considerazione dei costi di produzione, una semina costa circa 1.300 euro, non ripagata dal risultato finale a causa delle frequenti devastazioni dei selvatici.
“Condivido la loro rabbia e comprendo la loro profonda amarezza. – ha replicato l’assessore all’ambiente invitando allo stesso tempo gli agricoltori, come unica soluzione possibile al momento, di chiedere un indennizzo alla Provincia poiché con l’imminente passaggio di competenze; il rammarico del presidente va anche al mondo venatorio con il quale la Provincia non avrà più alcun rapporto dal primo giugno con il rischio che la stagione venatoria inizi più tardi a causa delle problematiche legate al passaggio di competenze.
Proseguendo sulla questione il presidente Cernic non nasconde tutto il proprio pessimismo in merito all’imminente cambio di funzioni, “È indubbio che spostando le competenze di questo settore, il sistema diventerà più farraginoso e complicato. La Provincia, oggi, cerca di dare una pronta risposta agli agricoltori e ai cittadini sulla difficile questione dei cinghiali. Non so se in futuro ci sarà la stessa reattività”.
Il presidente Cernic poi fa riferimento alle misure intraprese negli anni passati per contrastare l’eccessiva proliferazione dei cinghiali sia con mezzi ecologici che con la sempre più stretta collaborazione con i cacciatori e le misure straordinarie con periodi di prelievo in deroga.
( 6 maggio 2016 )