“Ecco perché inserirmi all’interno del dibattito sulla lotta ai reati contro le specie selvatiche era la sola via per esprimere alla Commissione europea, presente con il Commissario all’Ambiente Potocnik, e a tutti i colleghi parlamentari, i miei pensieri e moniti sulle recenti politiche venatorie comunitarie. Da anni infatti – ha lamentato Scottà – la caccia sta subendo troppe restrizioni, quando, in realtà, la caccia responsabile e sostenibile può contribuire al mantenimento dell’equilibrio naturale, assicurando la salute e la stabilità delle popolazioni selvatiche”.
Scottà ha sottolineato innanzitutto il ruolo centrale della caccia “nel contrastare l’abbandono e l’incuria di molte aree verdi contro la perdita di biodiversità e un avanzamento delle superfici boschive. Una corretta gestione faunistica, che a sua volta implica una buona attività venatoria, garantisce, quindi, il mantenimento di un ecosistema stabile e sostenibile”, ha ribadito. L’eurodeputato trevigiano ha definito “allarmante”. “la dimensione assunta dalla questione dei danni all’agricoltura e all’ambiente da parte di alcune specie di fauna selvatica e il conseguente impatto sull’attività economica delle imprese agricole”.
“Per contrastare i reati contro le specie selvatiche serve una campagna di informazione sugli effetti positivi della caccia compatibile”. “Questo tipo di caccia – ha concluso Scottà – dovrà essere il faro delle politiche che regolano le attività venatorie del futuro, entrando nel lessico comune della programmazione gestionale europea”.
16 gennaio 2014