In Emilia Romagna la commissione regionale Politiche Economiche ha sospeso l’esame del calendario venatorio 2012-2015 al fine di aderire alla sentenza della Corte Costituzionale sul Calendario Venatorio abruzzese.
La sentenza in questione in effetti, rende costituzionalmente illegittima la legge regionale 39/10 della Regione Abruzzo sul Calendario Venatorio regionale e così la Commissione Politiche Economiche dell’Emilia Romagna, presieduta da Palma Costi, ha deciso di sospendere i lavori sul nuovo Calendario Venatorio per l’Emilia Romagna. Nei prossimi giorni la Giunta regionale dovrà decidere l’iter da seguire “al fine di definire il calendario venatorio dell’Emilia-Romagna” che probabilmente seguirà la strada dell’atto amministrativo.
Sulla questione Luca Bartolini si è espresso dubbioso sul fatto che a definire un Calendario Venatorio possa essere un atto amministrativo affermando che “c’é il rischio di possibili impugnazioni, facendo mancare certezze alla pratica venatoria”.
Contenti invece gli appartenenti al Movimento 5 Stelle il cui capogruppo, Andrea Defranceschi, ha affermato “Abbiamo bloccato il progetto di legge sulla caccia, ritirato in Commissione dal relatore”. Proseguendo spiega Defranceschi, “Abbiamo protocollato ieri sera l’istanza di questione pregiudiziale di costituzionalità ai sensi dell’articolo 74 del Regolamento interno, coordinato con l’articolo 29, comma 10. Eravamo certi che il Progetto di Legge non fosse costituzionale, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato una legge analoga della Regione Abruzzo”.
Continua Defranceschi, “Non si fa il calendario venatorio con un Progetto di Legge, ma con un atto amministrativo. E’ stata quindi smentita la teoria dell’assessore Tiberio Rabboni, che sosteneva il Progetto di Legge idoneo e costituzionale. Perché ricorrevano al PdL? Perché così le associazioni ambientaliste non potevano impugnarlo. E’ un trucco da bisca, un sotterfugio. Lo abbiamo smascherato, e siamo contenti che ora si possa procedere a stilare un calendario venatorio con un atto deliberatorio che, eventualmente, potrà essere impugnato dalle associazioni ambientaliste”.
Il consigliere dei Verdi, Gabriella Meo, in merito alla questione spiega, “Questa fondamentale sentenza, la prima sulla materia sebbene si riferisca in particolare alla legge abruzzese, ha una esplicita portata complessiva e va a bocciare tutte quelle Regioni, come l’Emilia-Romagna, che prevedevano il calendario venatorio mediante una legge provvedimento, affermando invece l’obbligo di emanarlo esclusivamente con la forma dell’atto amministrativo”.
Infine conclude la Meo “Mi era sembrato controproducente approvare in questo momento una legge regionale che sapevamo già ci sarebbe stata impugnata dal Governo e dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale, sprecando così tempo, impegno e risorse economiche dell’ Assemblea legislativa e delle altre istituzioni dello Stato”.