Alla Regione Emilia Romagna si chiede la regolamentazione della mobilità venatoria tra le regioni in modo da equilibrare la pressione venatoria su tutto il territorio regionale e nazionale.
Il consigliere regionale Andrea Pollastri, con un’interrogazione sollecita la necessità di “un accordo con la Lombardia per regolamentare la mobilità venatoria, affinché si abbia il tempo di stipularlo in previsione della prossima Stagione 2012-2013”.
La mobilità venatoria tra le regioni è prevista dalla Legge Regionale n.8 del 1994, “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria”, che all’art. 37, comma 1, prevede la possibilità di avere scambi di cacciatori tra le regioni al fine di rendere più equilibrata la pressione venatoria sul territorio regionale e nazionale nonché proporzionata alla dotazione faunistica.
Ciò nonostante questa “migrazione” di cacciatori nel corso degli anni ha accentuato gli squilibri, in particolar modo nelle Provincie di confine, dove la pressione venatoria è aumentata a causa del eccessiva presenza di cacciatori extraregionali.
Uno dei casi più evidenti è costituito dalla provincia di Piacenza, dove lo scarso numero di cacciatori a fronte del territorio disponibile, suscita un forte interesse dei vicini cacciatori lombardi che invece nella propria regione hanno a disposizione poca selvaggina a causa del grosso numero di praticanti insistenti su di un esiguo territorio disponibile.
Nella Stagione Venatoria 2010-2011 dei 5.736 cacciatori iscritti negli undici ATC della Provincia di Piacenza, 2.024 provenivano da fuori regione, la maggior parte dei quali provenienti dalla Lombardia.
Negli ultimi anni il numero dei cacciatori lombardi nel piacentino è aumentato progressivamente passando da 1.261 nel 2008-2009, a 1303 nel 2009-2010 a 1404 nell’ultima Stagione Venatoria; al contrario invece i cacciatori piacentini in Lombardia nell’ultima Stagione erano solo 42.
Questo forte scompenso da tempo ormai provoca dissensi e malumori presso i cacciatori piacentini che vedono il proprio territorio e la fauna che vi si trova sfruttati da cacciatori “stranieri”.
Spiega Pollastri sulla questione, “Questa situazione non può essere ignorata dalla Regione: la Legge, infatti, prevede che l’interscambio avvenga “Nel rispetto del principio di reciprocità”, cosa che, a giudicare dai numeri, non mi sembra sussistere”.
Prosegue poi il consigliere, “Con le Regioni Toscana e Marche esistono accordi che definiscono il numero massimo di cacciatori iscrivibili presso gli ATC emiliano – romagnoli ed i criteri di priorità (cacciatori che siano proprietari o conduttori di fondi, titolari di appostamento fisso, nati in Comuni compresi nell’A.T.C. richiesto ed attualmente residenti in Emilia-Romagna, residenti nei Comuni confinanti), mentre non esiste nulla con la Lombardia”.
Infine conclude Pollastri, “Chiedo pertanto le ragioni del forte squilibrio esistente tra i cacciatori lombardi iscritti negli ATC piacentini e viceversa, se esistano limitazioni numeriche per i cacciatori lombardi, i motivi per cui non esista un accordo con la Lombardia al pari quelli esistenti con Toscana e Marche e se si intenda stipularlo”.