Caccia e Territorio: Venezia, cacciatori e ambientalisti, ma anche agricoltori e pescatori residenti uniti per sistemare e riqualificare il bosco di Parauro a Mirano.
Il bosco del Parauro? Lo sistemano i residenti. È una festa anche quella che vede “i locali” partecipare alla riqualificazione di uno spazio verde, considerato da qualche tempo il vero polmone di Mirano. Ora sarà anche fucina di biodiversità, grazie all’impegno di agricoltori, pescatori, cacciatori e ambientalisti del posto. Sta dando i suoi frutti infatti la collaborazione tra gli uffici ambiente della Provincia di Venezia, l’Ambito Territoriale di Caccia 3 ed altre realtà associative locali per la valorizzazione ambientale del bosco del Parauro. Il progetto è iniziato un anno fa su segnalazione di cacciatori, residenti e ambientalisti assieme, che vedevano nel bosco una potenziale risorsa naturalistica.
Dopo un incontro in comune a Mirano con gli enti preposti e le varie associazioni, si è deciso di sviluppare un progetto condiviso per tentare di aumentare la biodiversità del prezioso terreno che si stende per 15 ettari a nord della città. Ruggero Dal Bianco, presidente dell’ambito di caccia si dice ora soddisfatto dei risultati ottenuti e punta a sviluppare ulteriormente il progetto affinché il bosco diventi un ricco patrimonio di biodiversità per tutto il Miranese.
“Volevamo dimostrare – afferma Alessandro Gambirasi, curatore del progetto – come la competenza e l’esperienza delle persone del luogo, gli agricoltori della zona e la collaborazione di cacciatori e pescatori, diventino essenziali in questi casi ai fini di una corretta salvaguardia della natura. Per questo dobbiamo ringraziare la Provincia che ha creduto nelle nostre idee”. L’ambito di caccia ha provveduto a incaricare a sue spese un biologo per tracciare lo stato di salute del bosco e, successivamente, intervenire per aumentarne la biodiversità. La relazione, dopo vari sopralluoghi nel bosco, è stata stilata dall’ornitologo Roberto Guglielmi, dottore in scienze naturali e in biologia evoluzionistica.
I volontari hanno quindi provveduto a ripristinare alcune radure che erano state occupate dai troppi alberi e hanno dato il via anche a un progetto per la salvaguardia dei moscardini, topolini rossi che troverebbero nel bosco il loro ambiente naturale. Dopo gli interventi si è registrato anche l’aumento della popolazione di fagiani ed altri animali che prima raramente si vedevano da queste parti.
“La buona esperienza con il bosco del Parauro ci induce a continuare su questa strada – afferma Massimo Zaratin dell’Associazione per la difesa e la promozione della cultura rurale – spesso si pensa che una zona possa essere protetta lasciandola li com’è. Il lavoro sapiente di chi ha esperienza come gli agricoltori, i cacciatori e i pescatori risulta invece essenziale per aumentare la biodiversità”.
30 ottobre 2013
Fonte: MiVidaMiranese