Continua la polemica a Vasto tra il consigliere Nicola Del Prete e le Guardie Giurate Venatorie del Wwf sui confini dell’Area Protetta del Bosco di Don Venanzio.
Nei giorni scorsi il consigliere Del Prete aveva rilasciato delle dichiarazioni sulla questione dei confini della Riserva Naturale Regionale “Bosco di Don Venanzio” con le quali sosteneva che la Riserva “contiene erroneamente decine di ettari di territorio di Vasto” citando inoltre “vicende che hanno visto protagonisti cacciatori denunciati perché sorpresi all’interno della riserva, ma in territorio del Comune di Vasto che, per legge, dovrebbe essere fuori dalla riserva”.
Di tutta risposta le Guardie Giurate Volontarie dell’Associazione WWF e quelle dell’Associazione Corpo Provinciale G.e.v. “Chieti” avevano escluso, stando alla normativa vigente, qualsiasi possibilità di esercitare la caccia all’interno della Riserva Regionale “Bosco di Don Venanzio” sia in agro del comune di Pollutri sia in quello di Vasto.
Il coordinatore delle Guardie Giurate del WWF, Claudio Allegrino, ha affermato “I confini della Riserva sono indicati nella cartografia allegata alla legge regionale che istituisce la Riserva Regionale. Essi comprendono i comuni di Vasto e di Pollutri. Questa cartografia è l’unica che abbia valore legale in quanto l’unica ad essere pubblicata sul Bollettino Regionale (BURA) della Regione Abruzzo”.
Aveva poi dichiarato Antonio Giovannelli del GEV di Chieti che “Le Guardie Venatorie agiscono nel rispetto della normativa vigente in base alla quale l’attività venatoria svolta all’interno dei confini della Riserva (come delimitati dalla cartografia e normativa in vigore) è vietata e penalmente perseguita.
Il consigliere Del Prete fa riferimento ad una proposta di legge della giunta regionale Pace che, pertanto, è decaduta non essendo stata approvata e non avendo alcun valore di legge. Invitiamo il consigliere Del Prete ad essere maggiormente cauto nel rilasciare dichiarazioni che potrebbero indurre in confusione i cacciatori in merito alla possibilità di cacciare all’interno della Riserva Regionale, ma soprattutto potrebbero fomentare gli animi e creare situazioni che potrebbero diventare rischiose per i volontari stessi.
Invitiamo tutti i portatori di interessi a sedersi attorno ad un tavolo al fine si possa trovare una soluzione sulla vicenda dei confini della Riserva Bosco di Don Venanzio da sottoporre al Consiglio Regionale affinché legiferi di conseguenza.”
E’ proprio a queste dichiarazioni degli ambientalisti che il consigliere Del Prete da una pronta risposta dichiarando “Apprezzo gli interventi del coordinatore delle guardie giurate del WWF Claudio Allegrino e del Presidente delle guardie volontarie venatorie dell’associazione corpo provinciale Gev di Chieti, Antonio Giovannelli perché, di fatto, ammettono che nella Riserva naturale guidata “Bosco di Don Venanzio” di Pollutri c’è un problema e va risolto”.
Prosegue Del Prete “Mi meraviglia il fatto che anche queste associazioni non leggano le carte ma si limitano ad interpretare una cartina senza leggere il contenuto della legge n.128 del 29 novembre 1999 pubblicata sul BURA il 15 dicembre 1999 in cui è detto chiaramente che la Regione Abruzzo procedeva alla “Istituzione della riserva naturale guidata “Bosco di Don Venanzio” nel territorio del comune di Pollutri”.
Del Prete quindi sottolinea questo particolare “…nel territorio di Pollutri e non Vasto, come erroneamente si tenta di far credere. Non a caso, nell’articolato che segue, Vasto non è affatto menzionata. Chi pensa di poter inglobare circa 40 ettari di territorio vastese senza la condivisione del Consiglio comunale di Vasto che non si è mai espresso in tal senso, sbaglia di grosso e commette una leggerezza quando afferma che “Le Guardie Venatorie agiscono nel rispetto della normativa vigente in base alla quale l’attività venatoria svolta all’interno dei confini della Riserva è vietata e penalmente perseguita”.
Precisa quindi il consigliere “Peccato che non vi sia nessuna normativa vigente che dice che il territorio del Comune di Vasto è dentro la Riserva, vi è solo una cartografia errata che va corretta. Non è un caso che la stessa giunta regionale, nel 2001, aveva posto rimedio a questo errore, ma il Consiglio regionale non avendo avuto alcuna comunicazione ufficiale da parte del Comune di Vasto, non ha proceduto ad una riapprovazione della legge così come aveva chiesto la stessa giunta”.
Continuando afferma Del Prete sulla questione “Nessuno vuole fomentare gli animi c’è solo l’urgente, inderogabile necessità di rimediare ad un errore che ingloba il territorio vastese sotto la gestione di un altro ente, in questo caso il Comune di Pollutri, senza che vi sia alcun atto ufficiale del Comune di Vasto. In pratica, il Comune di Pollutri sta gestendo per un mero errore materiale, circa 40 ettari di territorio di Vasto”.
Concludendo avverte il consigliere Del Prete, “Quando poi si parla di bracconaggio, ci andrei cauto i nostri cacciatori conoscono perfettamente le regole e leggi, definirli bracconieri, mi sembra che a provocare sia chi non legga le carte”.