La sezione provinciale di Brescia della Federazione Italiana della Caccia ha ricordato l’impegno dell’associazione nelle scuole che dura ormai da qualche anno a questa parte. Si tratta di una serie di percorsi di educazione ambientale e naturalistica, con una serie di progetti riproposti dalle scuole primarie a quelle secondarie. Un nuovo lavoro ha riguardato invece l’Istituto Comprensivo di Marcheno nell’ambito delle iniziative dell’Archivio Nazionale della Caccia.
L’obiettivo è quello di rendere gli alunni più consapevoli dal punto di vista ambientale e territoriale. In particolare, è stata analizzata l’economia in Val Trompia all’inizio del ‘900, approfondendo le condizioni di vita dei residenti, la loro alimentazione e le condizioni della caccia. I ragazzi hanno anche assistito a un laboratorio sull’attività venatoria e dal titolo “La caccia, dalla sopravvivenza a…”.
In base a quanto emerso dallo studio degli alunni, nella prima parte del XX secolo la caccia con il fucile era scarsamente praticata, in quanto troppo costosa. Le tecniche più diffuse per catturare gli uccelli erano quelle che si avvalevano di lacci, archetti, trappole e reti, mentre sulle montagne erano sfruttati degli impianti venatori fissi, le “uccellande” o roccoli, una tradizione mantenuta fino ai giorni nostri.