Interrogazione del Carroccio
L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso oggi l’interrogazione a risposta immediata presentata dai consiglieri regionali Manuela Puletti, Valerio Mancini e Marco Castellari (Lega) sulla “individuazione all’interno delle zone speciali di conservazione e delle Zone di protezione speciale, delle aree umide in cui vige il divieto dell’uso di munizioni contenenti piombo (aree Ramsar), in Umbria”. Illustrando l’atto ispettivo in Aula, Puletti ha spiegato che è necessario chiarire “quali azioni la Giunta intenda intraprendere per rimuovere le incertezze interpretative rimaste a seguito dell’entrata in vigore del regolamento europeo sul divieto di utilizzare munizioni con il piombo nelle aree Ramsar. Il problema riguarda la definizione di ‘aree umide’ e conseguentemente la perimetrazione delle zone in cui vige il divieto. Problema che sembrava essere superato dalla circolare interministeriale, che però è stata annullata dal Tar del Lazio.
Le tempistiche di intervento
Con la legge 136/2023, su iniziativa del Governo, sono state stabilite in maniera inequivocabile le zone dove si applica il divieto di piombo, consentendo il corretto svolgimento dell’attività venatoria nelle aree Ramsar. Tuttavia resta incertezza riguardo le eventuali zone umide presenti nelle ZSC e ZPS. In Umbria ce ne sono, rispettivamente, 7 e 96. Aree dove potrebbero crearsi problemi interpretativi in presenza di zone umide. Portando a contenziosi e multe o comunque impedendo il libero e sereno esercizio dell’attività venatoria. Vista la consistenza delle ZSC e ZPS in Umbria è fondamentale intervenire, con tempestività ed efficacia, e in stretto accordo con i rappresentanti delle associazioni venatorie regionali, per scongiurare interventi limitativi e sanzioni pecuniarie a danno dei cacciatori. Per questo chiediamo come e con quali tempistiche l’assessore intenda intervenire, suggerendo una ricognizione che porti all’inserimento nel catasto regionale delle zone umide in Umbria in cui vige il divieto di utilizzare munizioni con il piombo”.
Le parole di Morroni
L’assessore Roberto Morroni ha risposto che: “l’assessorato ha avviato una ricognizione cartografica delle zone umide presenti all’interno della Rete Natura 2000 e delle aree naturali protette, parchi ed oasi. Fermo restando l’impossibilità di effettuare un censimento esaustivo rispondente ai criteri riportati nel Regolamento UE 2021/57, della Commissione Europea, ai sensi del quale tra le zone umide sono da considerare anche quelle a carattere temporaneo. Da un confronto con le Regioni limitrofe sono emerse le stesse difficoltà rappresentate, tanto che non risultano formalmente approvati catasti o elenchi regionali delle aree umide. Il tentativo congiunto dei Ministeri dell’agricoltura e delle foreste e quello dell’ambiente di fare chiarezza sull’applicazione del regolamento UE non ha sortito gli effetti attesi a causa della bocciatura del Tar del Lazio.
Le soluzioni per i cacciatori
La modifica alla legge 157/92 che qualifica le zone umide non lascia spazio alle Regioni di dettagliare ulteriormente la materia. L’argomento è attualmente attenzionato dal Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale che, nella prossima seduta del 19 dicembre dovrebbe portare all’ordine del giorno anche il tema in questione. Nella riunione di preparazione all’incontro, attualmente prevista per il 14 dicembre, l’assessorato rimarcherà la necessità di individuare una soluzione percorribile che consenta ai cacciatori di esercitare la pratica venatoria nell’assoluto rispetto della legge”. Puletti, nella replica, ha sottolineato positivamente l’aver appreso che “ci sono azioni in corso rispetto alla questione posta” e ha ringraziato l’Assessore per “le rassicurazioni date al mondo venatorio. Spero tuttavia una accelerazione rispetto alla definizione della situazione che, seppure non dipenda dalla Regione, auspico che l’assessorato si adoperi per arrivare quanto prima ad una soluzione” (fonte: Regione Umbria).