Caccia e Migratoria: Lazio, critiche della Federcaccia alla Regione, “ingiustificata chiusura anticipata della caccia ai turdidi”.
Con Decreto del Presidente Zingaretti, la Regione Lazio ha deciso “Di procedere alla modifica dell’articolo 7 “periodi di caccia e specie cacciabili” del “CALENDARIO VENATORIO REGIONALE E REGOLAMENTO PER LA STAGIONE VENATORIA 2014-2015 NEL LAZIO”, adottato con Decreto del Presidente della Regione Lazio n. T00216 del 15 luglio 2014, prevedendo la chiusura della caccia alle specie cesena (Turdus pilaris), tordo bottaccio (Turdus philomelos) e tordo sassello (Turdus iliacus) al 19 gennaio 2015”, cioè anticipare e unificare le date di chiusura alle specie indicate rispetto quanto previsto inizialmente nel calendario venatorio regionale. Il presidente regionale Federcaccia Aldo Pompetti, che sull’ipotesi aveva già avuto modo di confrontarsi con gli organi regionali evidenziando con forza la contrarietà della Federazione, ha sottolineato come si tratti di una decisione “immotivata e inutilmente penalizzante per i cacciatori”. “Ancora una volta – ha proseguito Pompetti – mi dispiace dover constatare come sull’argomento caccia la nostra amministrazione regionale sia sempre pronta a prendere iniziative restrittive che ricadono sugli appassionati senza che ve ne sia una reale necessità. Non fa eccezione anche questa decisione, che altro non è, come del resto dichiarato dal provvedimento stesso, che la risposta alla richiesta, da noi più volte ricordato e sottolineato, infondata e non giustificata dalla normativa nazionale e dalla Guida interpretativa della Direttiva europea, del Ministero dell’Ambiente alle Regioni di ridurre i tempi di caccia di tordo, cesena e beccaccia in conseguenza di una semplice richiesta di informazioni da parte della Comunità Europea.
Altre Regioni hanno fatto opposizione a questo ‘invito’ forti della legittimità e correttezza dei documenti tecnici su cui hanno basato i propri calendari venatori, trovando tutto il sostegno da parte della nostra Federazione. Qui sembra si sia deciso di seguire un’altra strada, che non può trovarci in alcun modo concordi, malgrado avessimo offerto alla Regione gli strumenti tecnico scientifici per validare le proprie posizioni. In particolare per la specie Tordo bottaccio avevamo messo a disposizione ed è in possesso della Regione Lazio la ricerca compiuta dal nostro Ufficio Avifauna Migratoria in provincia di Latina. Studio che pur essendo in attesa di pubblicazione a breve su una rivista internazionale, era da subito utilizzabile per sostenere la chiusura della caccia a questa specie il 31 gennaio.
In conclusione la Regione Lazio ha perso un’ottima occasione per esercitare in modo corretto le sue competenze, senza con questo disattendere la legislazione nazionale o internazionale in materia di caccia né facendo alcun ‘favore’ ai cacciatori. Una scelta di cui sicuramente terremo il debito conto”.
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