Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto il ricorso del Wwf avverso il piano della Provincia di Sondrio che prevedeva l’apertura della caccia allo stambecco delle Alpi, al camoscio e all’aquila reale.
La Provincia di Sondrio aveva proposto di aprire la caccia a specie attualmente protette come lo stambecco il camoscio e l’aquila reale ma il Wwf aveva immediatamente presentato un ricorso al Presidente della Repubblica che in effetti è stato accolto e le specie in questione resteranno nella lista di quelle protette.
Proprio lo stambecco, simbolo ormai delle alpi, fino al secolo scorso ha rischiato l’estinzione ma il re Vittorio Emanuele II decise che la caccia a questi ungulati fosse una propria esclusiva e dei propri ospiti mentre a tutti gli altri cacciatori era vietata la caccia allo stambecco.
Infatti il re diede preciso ordine ai guardiacaccia della riserva di caccia reale di Valsavarenche, in Val d’Aosta, territorio che attualmente fa parte del Parco Nazionale del Gran Paradiso, di proteggere gli stambecchi da cacciatori non autorizzati.
La popolazione di stambecchi delle Alpi conta un totale stimati di circa 31mila capi senza ripopolamento, ovvero tutti discendenti dei circa 100 esemplari sopravvissuti alla caccia agli inizi del 1900 nella sola zona del Parco nazionale del Gran Paradiso.
L’eventuale apertura della caccia allo stambecco nella provincia di Sondrio, secondo le fonti del Wwf, avrebbe compromesso la sopravvivenza di questa specie in quanto le diverse colonie non avrebbero più avuto la possibilità di spostarsi liberamente sul territorio alpino e di conseguenza la possibilità di accoppiarsi tra esemplari di diverse popolazioni mischiando così il proprio patrimonio genetico e quindi aumentando le possibilità di sopravvivenza della specie.
Secondo il responsabili dei Wwf Italia, Massimiliano Rocco, “La politica di gestione e conservazione della fauna protetta deve essere un serio e puntuale impegno da parte delle autorità nazionali e va promossa da parte dello Stato, visto che la fauna non conosce confini ed è patrimonio di tutti, come questa sentenza ribadisce”.
Spiegano dal Wwf sulla questione, “Questa sentenza è importante anche per la motivazione: la Provincia e’ stata ritenuta incompetente in materia, visto che spetta solo al ministro per le politiche forestali d’intesa con il ministro dell’Ambiente disporre le variazioni degli elenchi delle specie cacciabili: lo stambecco è materia di importanza nazionale, competenze esclusiva dello Stato e non sono le Province a poter disporre la caccia della specie per soddisfare gli appetiti dei cacciatori valtellinesi”.
Continuando il Wwf spiega che già nel marzo del 2009 “la Provincia di Sondrio ha approvato un piano di conservazione, diffusione e gestione dello stambecco, senza la Vas, senza partecipazione delle associazioni ambientaliste, per varare, sotto mentite spoglie, un piano teso a consentire la caccia dello stambecco. Questo inizialmente in provincia di Sondrio, per poi, nel caso in cui il piano fosse passato, allargare l’esperienza a tutto l’areale alpino”.
Infine, spiegano ancora gli ambientalisti, “il Wwf ha fatto ricorso al presidente della Repubblica nel lontano 2009, depositando ben tre memorie nel corso del procedimento. Il Ministero per le politiche agricole, che inizialmente sosteneva che il Wwf non avesse interesse ad agire, dopo la memoria Wwf ha cambiato idea ammettendo che la deliberazione impugnata fa riferimento ad un documento nel quale vengono definite nel dettaglio le modalità per una corretta gestione della specie (anche dal punto di vista della fruizione venatoria). E ora il Capo dello Stato ha accolto il ricorso Wwf”.