Caccia e Fauna: Verona, i cinghiali superano l’Adige e colonizzano il monte Baldo; Confortini della tutela ambientale, “immessi illegalmente da persone irresponsabili”.
Parole chiare, quelle del biologo Confortini. Nel Veronese si stanno facendo i conti con i cinghiali da metà anni ’80, prima sulle colline, poi in val d’Adige e nella bassa Lessinia. Gli animali, però, non sono arrivati in migrazione da Umbria, Toscana ed Emilia Romagna, non appartengono alla specie italica (massimo 70-80 chili) ma sono stati importati dai paesi dell’Est, hanno una mole più robusta e pesano anche oltre i due quintali. Li hanno liberati i cacciatori? Non ci sono prove. Di certo, i cinghiali mangiano di tutto, ogni notte; è evidente il problema dei danni che causano grufolando alla ricerca di tuberi, radici e tartufi e, nei campi coltivati, su mais, frutta e vigneti, su prati da sfalcio e pascolo della montagna, negli orti e, addirittura, sulle aie della fattorie. Ecco allora la necessità di eliminarli. E chi può farlo, se non i cacciatori?
Non è mai accaduto nel Veronese, ma mettersi fra una scrofa e i suoi piccoli (che vanno in fila indiana tenendosi per la coda, come gli elefantini), non è consigliabile. L’orsa Daniza insegna. I cinghiali adulti hanno canini-zanne affilate e pronunciate, che usano come rasoi. In realtà sono cinghiali che, in molti casi, provengono da incroci con i maiali e ne hanno assunto parte delle caratteristiche come la maggior mole e la capacità riproduttiva. Li si ritrova anche sul Corno d’Aquilio, a malga Fanta, oltre quota 1.400 metri. Addirittura uno ha causato un incidente stradale a Valeggio. Dal «vecchio» ceppo iniziale del 1986 sul Pastello occidentale, d’improvviso i cinghiali si sono estesi in Lessinia e poi dovunque.
Adesso hanno passato l’Adige, le loro tracce – le grufolate che scotennano le zolle erbose e le devastazioni nelle colture – si incontrano a Montalto di Rivoli, sotto le pale eoliche, nella piana di Affi e del Caprinese e lungo e sopra la Destra Adige fino alle località Magnòn e Castel Presìna di Brentino Belluno, poco sotto Spiazzi. Un artificiale nuovo terreno di gioco per i cacciatori? Il rischio, adesso, è che passino pure sul versante gardesano del Baldo, nelle selve dell’alto lago di Brenzone e Malcesine.
Per i danni agrari il rimborso previsto è risibile: circa il 15 per cento per quelli agricoli, dalla Regione. Sul Baldo i coltivatori sono molto allarmati, c’è chi parla di bocconi avvelenati (che sarebbe un massacro ecologico per tutta la fauna). L’estesissima relazione provinciale annuale del Servizio Fauna parla di «introduzioni ai fini venatori, spesso frutto di ibridazioni con i maiali». Il risultato però è un disastro.
20 ottobre 2014
Fonte: L’Arena