L’ATC Taranto risponde alle invettive degli ambientalisti sulla questione del ripopolamento delle lepri, affermando che sono state acquistate con il denaro dei cacciatori.
Il presidente dell’Ambito Territoriale Caccia di Taranto, Piero Bitetti, risponde alle accuse degli ambientalisti del WWF in particolare sullo sperpero di denaro pubblico per il ripopolamento delle lepri a scopo venatorio: “I soldi spesi per acquistare le lepri sono dei cacciatori: altro che sperpero di denaro pubblico”.
Bitetti, nella mattinata di ieri, insieme al Comitato di Gestione dello stesso ATC che comprende gli esponenti delle associazioni ambientaliste e delle organizzazioni agricole, ed insieme ai rappresentanti del mondo venatorio ha voluto mettere così fine alla polemica innescata dal WWF Puglia sulla spesa per il progetto di ripopolamento di mille lepri nel territorio dell’ATC Taranto.
Nella spiegazione della situazione il presidente Bitetti ha cominciato con la spiegazione di come viene istituito un ATC e di come questo svolge la sua attività risalendo alla legge nazionale sulla caccia 157/92 con la quale viene dato dando mandato alle Regioni per quanto riguarda la disciplina in materia venatoria per la gestione programmata delle risorse faunistiche e la tutela dell’habitat naturale.
Ha così spiegato la questione Bitetti, “La Puglia lo ha fatto nella legge 27 del ’98 con norme di protezione della fauna selvatica, di regolazione dell’attività venatoria e delle risorse. L’ATC quindi si occupa a livello provinciale di salvaguardia ed equilibrio ambientale, oltre ovviamente di programmare l’esercizio venatorio contemperandolo con le esigenze produttive ed agricole. Tutto ciò per favorire il rapporto ottimale tra uomo, ambiente e territorio”.
Proseguendo spiega ancora il presidente facendo riferimento al regolamento regionale 3/99 che disciplina proprio l’attività dell’ATC e la gestione finanziaria “Abbiamo appena approvato il bilancio consuntivo 2011 che, nonostante il calo degli iscritti, è andato meglio dell’anno prima. Il bilancio, che ha circa 250mila euro di entrate, è costituito dalle quote versate dai cacciatori (42 euro all’Atc, più altri 84 alla Regione e 173,16 allo Stato) ed eventualmente da contributi provinciali che, sino ad oggi, non ci sono mai stati. E gli stessi trasferimenti regionali vengono attinti dalle quote versate dai cacciatori, dunque si tratta di partite di giro”.
Quindi secondo Bitetti, “Non c’è spreco di soldi della Provincia ed è il regolamento regionale a prescrivere come dobbiamo spendere i fondi in bilancio. Il 20% per il miglioramento ambientale; il 45 per acquisto di fauna selvatica e ripopolamento; il 10 per le strutture di preambientamento degli animali e il 25 per le spese di gestione. Denaro la cui spesa è vincolata dalla normativa. Per questo la polemica e gli argomenti usati sono sterili e i cacciatori si sono rizelati soprattutto per gli attacchi degli ambientalisti, visto che l’ATC ha stanziato 90mila euro per il miglioramento ambientale”.
Su altre questione che creano in genere conflitti tra ambientalisti e cacciatori che necessitano chiarimenti come i danni all’agricoltura causati dalla fauna selvatica, ha spiegato infine il presidente Bitetti, “Il danno da lepre è banale rispetto a quello del cinghiale. Su questo versante stiamo intervenendo formando figure tecniche che censiranno gli animali e, se dovesse esserci squilibrio col territorio, opteremo per il prelievo forzato con la cattura e lo spostamento in altre zone vocate dell’ATC”.