La CIA savonese d’accordo con il sindaco Rozzi sulle soluzioni per il problema cinchiale: “Indispensabile un sistema rigoroso di controllo”.
La CIA, Confederazione Italiana Agricoltori di Savona, appoggia le dichiarazioni del sindaco di Giustenice (SV), Ivano Rozzi, riguardo alla eccessiva presenza di cinghiali ed agli ingenti danni provocati da questi animali.
Il presidente della CIA savonese, Aldo Alberto, ed il vice presidente, Valtero Sparso, spiegano sulla questione, “Questi ungulati hanno letteralmente messo in ginocchio l’agricoltura dell’entroterra. Più volte la nostra organizzazione ha sostenuto come l’entroterra ligure stesse radicalmente cambiando: molte coltivazioni non vengono più praticate, i prati non si riescono più a sfalciare tanto sono degradati e scavati. Le aree agricole sempre meno ampie sono barricate come dei fortini assediati”.
Proseguendo gli esponenti della CIA hanno ancora spiegato, “Lo scorso settembre la nostra organizzazione ha presentato una petizione con circa duemila firme, raccolte in pochi mesi, per richiamare l’attenzione su questi temi e per proporre alternative ad un sistema di gestione venatoria che sui cinghiali ormai non è più sostenibile ed accettabile. E’ evidente che il numero dei cinghiali è troppo alto per il nostro territorio. Il reddito dei coltivatori professionali è a rischio e nel contempo sono compromessi i lavori di cura del territorio da parte dei coltivatori part-time”.
Continuando affermano Alberto e Sparso “Crediamo che si debba al più presto raggiungere un nuovo equilibrio tra presenza degli ungulati, le aspettative sportive dei cacciatori e gli interessi del turismo e dell’agricoltura savonese. Bisogna essere consapevoli che alcune aree del nostro territorio (entroterra compreso) devono essere considerate come aree “non vocate” alla presenza del cinghiale, come già previsto dalla regione Liguria con delibera del 31 luglio 2009. In queste aree i selvatici non devono essere presenti, tale risultato sarà da conseguirsi non solo attraverso la caccia ordinaria ma attraverso metodi di controllo e difesa, soluzioni già in attuazione in altre zone di Italia”.
Inoltre, aggiungo i due esponenti di CIA, “Altre zone, da individuarsi, potranno avere una maggiore densità di cinghiali fino ai massimi consentiti dalla capacità stessa del territorio. Anche i rifugi dovranno essere ridisegnati in armonia con questa nuova visione dei territori”.
Secondo la CIA savonese, “per rispondere alle giuste proteste dei sindaci e del territorio sia indispensabile un sistema rigoroso di controllo che contempli l’individuazione di zone senza presenza del cinghiale (densità zero); consentire più liberamente la caccia al singolo in difesa dei fondi agricoli; confermare battute straordinarie purché efficaci; metodi alternativi come gabbie e recinti di cattura; utilizzo anche della polizia provinciale”.
Infine il presidente Alberto ed il vicepresidente Sparso, concludendo affermano che “La Regione Liguria e la Provincia devono dare risposte rapide e convincenti su questi temi che sono ormai da troppo tempo sul tappeto. Non ci può più essere una mediazione estenuante su piccoli interessi ma bisogna avere la capacità di rompere gli schemi con proposte innovative per dare quelle risposte che tutti i cittadini ed il nostro entroterra attendono”.