Caccia e Fauna: Perugia, sempre più diffuso il fenomeno criminale dei bocconi avvelenati, nella sola provincia di Perugia sono già 79 i decessi di animali a causa delle esche velenose.
Sono 79 i decessi di animali a causa di esche avvelenate nel 2012 nella provincia di Perugia. I micidiali bocconi sono preparati ad arte per essere facilmente rintracciati e ingeriti, ma la loro carica tossica può essere perfino letale, sia per capi di piccola che di grossa taglia. Gli ultimi episodi di cronaca registrati a Norcia, dove sono state rinvenute carcasse di lupi e volpi le cui cause di morte fanno sospettare la presenza di esche avvelenate, sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che sul territorio provinciale non accenna a diminuire. Continuano a crescere infatti, secondo quanto riferisce il tenente della Polizia provinciale Giorgio Tani (coordinatore del servizio avvelenamenti), i casi di sospetto avvelenamento che dai 189 del 2011 sono passati ai 210 dell’anno scorso. Fortunatamente però, grazie all’opera di sensibilizzazione in atto tra la popolazione, si allarga la forbice tra i casi segnalati e i decessi che in un anno sono scesi da 84 a 79.
Un dato confortante che riguarda principalmente gli animali domestici i cui proprietari ricorrono tempestivamente alle cure dei veterinari che si sono attrezzati al meglio per fronteggiare il problema. Quello dei bocconi avvelenati è un fenomeno noto e largamente diffuso, che non risparmia alcuna zona del territorio provinciale, anche se le punte maggiori si registrano nel perugino-corcianese, marscianese, eugubino-gualdese, panicalese.
Né si arresta durante l’anno, anche se è da febbraio ad aprile che il fenomeno si intensifica, per poi tornare a riaccendersi soprattutto nei mesi autunnali, tra settembre a ottobre. “L’ipotesi – spiega Roberta Burzigotti, dirigente del Servizio gestione faunistica e protezione ambientale della Provincia di Perugia – è che cacciatori o cercatori di tartufi senza scrupoli ricorrano a questa pratica, illegale, per limitare la frequentazione del territorio da parte di possibili concorrenti a “due o quattro zampe”. I bocconi avvelenati – aggiunge – rappresentano un reato ai sensi del Codice penale, estremamente pericoloso per tutti gli animali, selvatici e domestici, sia perché possono provocare la morte diretta, spesso dolorosa, anche con una lunga agonia, sia di altri che possono nutrirsi delle carcasse disperse e contaminate”.
Ma la loro pericolosità si può estendere anche all’uomo, basti pensare al rischio che corrono i bambini nel caso in cui le esche vengano abbandonate in parchi o giardini pubblici. E’ cronaca recente quanto accaduto al percorso verde di Perugia dove i bocconi erano stati incartati come caramelle e abbandonati in terra. Un’esca generalmente può però presentarsi sotto forma di salsicciotto, pezzo di prosciutto, polpetta di carne, pallina da tennis, uovo, o qualsiasi altra forma appetibile per un animale. Stando ai dati, sono i cani a cadere maggiormente in trappola (165 nel 2012), seguiti dai gatti (13), e quindi da volpi, scoiattoli, cornacchie, lupi, martore.
“Negli ultimi anni – riferisce il veterinario Fausto Cambiotti – i veleni più utilizzati sono stati i prodotti per uso agricolo quali antiparassitari, diserbanti, rodenticidi e lumachicidi. Le analisi tossicologiche effettuate hanno evidenziato come la maggior parte dei casi di intossicazione sia imputabile a pesticidi organo-fosforati, seguiti da carbammati, cumarinici e pesticidi organo-clorurati in particolare alfa e beta endosulfan”. Come spiega lo stesso medico, molti di questi veleni agiscono sul sistema nervoso centrale, provocando stati convulsivi violenti, con grave sofferenza per l’animale intossicato, che può morire anche dopo una lunga e dolorosa agonia.
Parchi, giardini pubblici, spazi condominiali e zone dove vivono colonie feline sono le aree urbane più a rischio, mentre in campagna i rilievi più frequenti sono in aziende faunistico-venatorie, oasi naturali, parchi naturali, terreni agricoli coltivati, zone vocate alla ricerca del tartufo. La Provincia di Perugia da tempo si è attivata per rendere più consapevole la popolazione sulla pericolosità del fenomeno e per informare sui corretti comportamenti da tenere in caso di rinvenimento di queste sostanze tossiche. Tutto ciò che c’è da sapere è contenuto in una brochure prodotta dallo Sportello a 4 zampe e dalla Polizia provinciale, dal titolo “NO ai bocconi avvelenati, tuteliamo la salute pubblica e l’incolumità delle persone, degli animali e dell’ambiente”, una sorta di vademecum a disposizione di tutti i cittadini.
In caso di rinvenimento di un’esca avvelenata occorre avvisare uno degli organi competenti: Polizia Provinciale (deputata in via prioritaria ad occuparsi della materia), Corpo Forestale dello Stato, altre forze di Polizia Locale e dell’Ordine, Servizi Veterinari delle ASL. In caso di sospetto avvelenamento (ovvero quando si riscontrano perdita dell’equilibrio, difficoltà a sostenersi sulle zampe, salivazione intensa, respiro affannoso, spossatezza, movimento disorientato, tremori e convulsioni) va contattato immediatamente il veterinario più vicino o la guardia medica veterinaria.
Le carcasse, le esche, i campioni tessutali e i contenuti gastrici di animali morti per sospetto avvelenamento vengono analizzati gratuitamente dall’Istituto zooprofilattico se consegnati direttamente dal medico Veterinario o tramite la Polizia Provinciale o altri corpi di Polizia.
20 marzo 2013
Fonte: SpoletoOnline