Caprioli “modenesi” sono stati liberati nei giorni scorsi in Val Camonica all’interno del Parco dell’Adamello Brenta.
Sono 25 i caprioli “modenesi” che sono stati liberati venerdì 20 aprile nel Parco dell’Adamello Brenta, dopo essere stati recuperati nei mesi scorsi feriti, investiti o in situazioni di difficoltà nell’Appennino modenese grazie agli interventi dei volontari del Centro fauna selvatica Il Pettirosso di Modena. La liberazione è avvenuta in un’area dell’alta Val Camonica, vicino al borgo di Berzo, in base a un accordo tra la Provincia di Modena e il Parco dell’Adamello.
Alla liberazione hanno partecipato Giandomenico Tomei, assessore all’Agricoltura e politiche faunistiche della Provincia di Modena, Battista Ramponi, assessore all’Ambiente del Comune di Berzo Demo in provincia di Brescia, rappresentanti del Parco dell’Adamello, della polizia provinciale di Brescia, Piero Milani, responsabile del Centro fauna modenese e alcune scolaresche della zona.
Durante l’iniziativa Tomei ha sottolineato “il rapporto di collaborazione con il Parco dell’Adamello e gli enti locali bresciani che ha permesso di trasferire in questi ultimi anni quasi 150 caprioli”. Per il territorio modenese il proliferare degli ungulati è un problema soprattutto per l’agricoltura, mentre per il Parco dell’Adamello sono un arricchimento, come ha confermato l’assessore Ramponi ricordando come “gli esemplari immessi in passato hanno trovano qui un habitat naturale ideale. Inoltre questi animali consentono di valorizzare anche dal punto di vista turistico di tutta l’area del Parco e dell’alta Val Camonica e migliorando il patrimonio faunistico peraltro già molto ricco”.
I caprioli, tutti dotati di segnale di riconoscimento anche a fini di studio, sono stati liberati in una zona di divieto di caccia, ma anche se dovessero sconfinare in aree dove l’attività venatoria è consentita non potranno essere cacciati. Negli anni scorsi altri caprioli, curati nel Centro fauna in via Nonantolana, sono stati trasferiti, in base ad analoghi accordi, anche nel Parco d’Abruzzo e in aree protette del Trentino Alto Adige e della Toscana.
Fonte: Bologna2000