Caccia e Fauna: Lunigiana, emergenza ungulati in 10 comuni e una ventina di frazioni, Coldiretti chiede abbattimenti straordinari.
Interessati un po’ tutti i comuni della Lunigiana e le colline del Candia, a Massa. La presenza di danni alle produzioni sono state rilevate a Comano (frazione di Montale, La Greta, Cattognano nelle vicinanze del cimitero), Licciana Nardi (Varano, Sopra a Ripola, Tavernelle, Cuccarello, Bastia), Aulla (Bigliolo vicino alla Chiesa, Bondola e Vecchietto), Podenzana (Serracanda), Pontremoli (Costa Santa Caterina e Ceretoli), Mulazzo (Castevoli Bergondola), Fivizzano (Gassano, Groppoli di Gassano, Moncigoli, Agnino, Magliano, Cerignano, Piano di Collecchia), Fosdinovo (Paghezzana, Giucano) e Massa (colline del Candia).
“Evidentemente – sottolinea Tongiani – il piano di prelevamento non è stato sufficiente per limitare la popolazione di cinghiali presenti che restano la specie più numerosa e più dannosa per l’agricoltura in particolare nelle zone marginali, limitrofe a boschi e parchi. La pressione venatoria va assolutamente rivista perché di questo passo gli ungulati prenderanno il posto dell’agricoltura. Ci scacceranno dalle nostre montagne e dalle nostre colline”.
Stando ai dati forniti dalla Regione sono 350mila gli ungulati presenti in Toscana tra cinghiali, caprioli, storni e mufloni che costano, in termini di danni, 1milione 700mila euro di danni, per il 70% imputabili alle scorribande dei cinghiali che da soli rappresentano la metà della popolazione totale di ungulati. Di questi – secondo Coldiretti – solo 1 su 3 viene denunciato: “Nelle nostre campagne il totale dei danni patiti dalle produzioni agricole in campo e dalle opere approntate sui terreni agricoli (serre, opere per la regimazione etc) sono stati almeno tre volte superiori rispetto a quelli certificati – fa sapere Francesco Ciarrocchi, Direttore Provinciale Coldiretti.
Tra il dato certificato e quello effettivamente subito ma non denunciato, esiste un divario enorme che manipola la realtà del problema”. I recinti sono una valida soluzione ma a volte limitata come dimostrati i numerosi “attacchi” delle ultime settimane: “Non sempre sono uno strumento efficace; – analizza ancora Ciarrocchi – purtroppo in diverse situazioni i caprioli hanno sfondato i recenti e mangiato i frutti così come i cinghiali. La presenza della fauna è un elemento importante anche per l’agricoltura ma non quando diventa una catastrofe. Bisogna prelevare di più”. Coldiretti confida ora nella celerità dei prelevamenti straordinari. “Fate presto – conclude Tongiani – o le aziende avranno danni per decine di migliaia di euro”.
24 settembre 2013
Fonte: Coldiretti