Caccia e Fauna: Lecco, in merito al prelievo del Cervo sulle Prealpi Lecchesi la Provincia decide la via della cautela resistendo alle pressioni contrastanti di cacciatori e ambientalisti.
L’assessore provinciale all’Ambiente, Carlo Signorelli, ha precisato la posizione della Provincia riguardo alla proposta di aprire la caccia al cervo nella zona delle Prealpi Lecchesi che ha suscitato la protesta degli ambientalisti, “Probabile e non sicura, innanzitutto”. La proposta nasce dal presunto aumento della popolazione di cervi anche sulle Prealpi come già da tempo accertato sulle Alpi, nelle zone di Colico, Legnone e Valvarrone dove gli ungulati sono molto numerosi tanto che il loro prelievo è andato aumentando di anno in anno fino a giungere ai 30 capi prelevati nella scorsa Stagione.
L’assessore Signorelli ha sottolineato che invece, per quanto riguarda la zona delle Prealpi, si andrà con i piedi di piombo, “I censimenti vengono fatti tutti gli anni e il cervo è in crescita. Fino all’anno scorso il censimento ci diceva che aveva un senso il prelievo venatorio nel comprensorio delle Alpi ma non in quello delle Prealpi. I tecnici esamineranno i dati, ma non c’è discrezionalità nelle decisioni: sono tutte formule molto matematiche. Dopo i censimenti, infatti, ci soni i piani di prelievo che vanno mandati all’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) di Reggio Emilia che valuta i numeri dei prelievi quindi approva, modifica o boccia i piani di prelievo”.
Ciò nonostante la sola idea della proposta ha provocato la protesta degli ambientalisti che contestano il fatto che a fare i censimenti siano proprio i cacciatori, ma l’assessore rassicurando i detrattori precisa, “I censimenti vengono fatti in alcuni casi con delle deleghe ai comprensori ma di questi organismi fanno parte anche gli ambientalisti tanto è vero che negli scorsi anni Pierfranco Mastalli, attuale presidente di Legambiente, aveva presieduto un comprensorio Alpi. E, comunque, i censimenti vengono fatti sotto la supervisione del Corpo di Polizia Provinciale che sorveglia, controlla, valuta e corregge”.
Inoltre Signorelli sottolinea come i cacciatori non abbiano alcuni interesse all’estinzione della specie, “C’è un interesse coincidente se le persone sono, come sono, oneste. Abbiamo lo stesso fine, noi, i cacciatori e gli ambientalisti. E i prelievi vengono fatte nel rispetto della tutela della specie, delle leggi e dei regolamenti. Solo alcune operazioni sono fatte in esclusiva dai cacciatori che hanno, molte volte, conoscenze superiori sul territorio rispetto ai nostri stessi tecnici. Non dobbiamo andare incontro né a una sottostima né a una sovrastima. Sarebbe un disastro”. L’assessore Signorelli poi da una spiegazione alla proposta di aprire la caccia al cervo anche sulle Prealpi, “Ho decine di agricoltori e coltivatori che si lamentano per i danni alle coltivazioni e alle recinzioni. Se si moltiplica troppo il cervo crea problemi e danni che dobbiamo poi risarcire con i soldi del fondo danni fauna selvatica”.
Infine l’assessore, spiegando la necessità dei censimenti volti a capire se il cervo sia effettivamente presente sulle Prealpi e se addirittura sia in sovrannumero rispetto al territorio in cui vive, conclude “Il nostro obiettivo e lo posso dire con grande tranquillità perché non sono cacciatore, è duplice: tutelare la specie, farla aumentare quando i numeri sono bassi e farla diminuire quando i numeri sono troppo alti. Dobbiamo regolare l’attività secondo le leggi dello Stato”.
28 aprile 2014