Caccia e Fauna: Genova, emergenza cinghiali in città, gli animali arrivano troppo vicini alle case; la Provincia corre ai ripari e mentre organizza catture con gabbie avverte “Non sfamate i cinghiali”.
Oltre ad andare porta a porta ricordando il divieto, partirà una campagna di selezione e la cattura con grosse gabbie. “Ne sono già state ordinate venti, quattordici sono state consegnate a Pieve, Bogliasco, Sori, Recco, dove un’analisi ci riferisce che sono in numero maggiore, mentre a Genova una è già pronta in via Viazzi, a Quezzi”. Il motivo per cui i cinghiali si avvicinano ai centri abitati è semplice: ci sono poche castagne, l’alimento di cui vanno ghiotti. “Per il dilagare del Cinipide galligeno, un parassita giunto dall’Oriente – spiega il commissario capo Eraldo Minetti della polizia provinciale la castagna è sparita. A levante ci sono molti ulivi abbandonati e allora riescono a sfamarsi”.
A novembre dal Piemonte calano in centinaia alla ricerca di cibo. “Con i primi periodi di caccia, il cinghiale, che è un animale intelligente, eclettico ed opportunista perché riesce a cambiare stile di vita come solo i topi sanno fare, si sposta velocemente e decide di penetrare in città – va avanti Minetti -. La teoria viene stravolta, perché nei centri abitati invece delle olive e delle castagne, trovano la spazzatura e la gente che li foraggia”. Genova con i suoi boschi così vicini, si presta facilmente all’arrembaggio. Per questo la provincia per tenerli lontani ha costruito una sorta di Vallo di Adriano.
“Si tratta di una recinzione di 2 chilometri e mezzo che da San Pantaleo arriva a Mura degli Archi, diciamo dall’osteria “Richetto”. Unita alle mura seicentesche, possiamo dire che da sopra Staglieno copre 4 chilometri fino alla Castagna”. Un sistema di difesa efficace, se non fosse che qualche “amico dei cinghiali” la abbatte. “Questo non accade solo con le recinzioni, ci sono altri atti di boicottaggio, perché fanno saltare le trappole o liberano gli animali dalle gabbie”. Gli ungulati sono stati trovati sopra il mercato del Carmine, dalla caserma Cavoglio al Lagaccio. “C’è gente che dà loro le crocchette, non può immaginare che difficoltà abbiamo avuto in passato a farli sgomberare dall’ospedale San Martino, dove si era formata una colonia”. Un altro problema da non sottovalutare oltre a quello di chi dà loro da mangiare e chi lascia la spazzatura in giro, sono i gattili.
“Per i cinghiali sono come fari olfattivi – spiega il commissario capo , sentono il cibo e si orientano verso i cassonetti, riuscendo anche a farli cadere per svuotarli. Poi entrano in gioco i foraggiatori e allora quando i cinghiali cominciano a girare nei giardini, abbiamo un problema”. Per questo è necessario procedere con le battute.
“Li catturiamo con le reti o le gabbie e poi li sopprimiamo perché è impensabile trasferirli. in quanto poi il problema sarebbe solo spostato in un altro comune. Bisogna tenere presente che una femmina al primo parto fa tre cuccioli, ma al secondo nello stesso anno ne nascono altri sei… In ogni caso le battute vengono fatte in sicurezza, spingendo gli animali più possibile all’interno dei boschi con i cani e i botti dei petardi”.
24 ottobre 2013