Caccia e Fauna: Cosenza, progetto sul Cinghiale come indicatore ambientale realizzato dall’ASL in collaborazione con i cacciatori di cinghiali.
Il Presidente Provinciale della Federazione Italiana della Caccia di Cosenza Francesco Antonio Greco segnala un importante progetto coordinato dal dirigente veterinario dell’Area Igiene degli Alimenti di Origine Animale dottor Sandro Stancati e realizzato grazie alla collaborazione dei cacciatori di cinghiale degli ATC CS3 e CS1 con Arpa Calabria e Azienda Sanitaria di Cosenza – Area funzionale Igiene degli Alimenti di Origine Animale, che ha visto la specie cinghiale impiegata come indicatore per il monitoraggio ambientale.
Nello specifico il progetto, i cui primi risultati sono stati presentati nel corso di un seguito workshop tenutosi recentemente a Cosenza è finalizzato al monitoraggio e alla mappatura della radioattività ambientale nella provincia di Cosenza. La ricerca, che non sarebbe stata possibile senza l’ausilio delle 28 squadre di cacciatori di cinghiale dei due Atc CS3 e CS2 che hanno fornito i tessuti e gli organi necessari allo svolgimento degli esami di laboratorio, è stata fortemente appoggiato dai presidenti degli stessi, Marcello Canonaco e Saverio Bloise, nonché dalla stessa Federcaccia cosentina, che ha provveduto a sensibilizzare e informare i propri soci appartenenti alle squadre impiegate, da subito dimostratisi ben disponibili a dare il proprio contributo per la buona riuscita del progetto.
Ancora una volta, collaborando disinteressatamente con le autorità e gli istituti scientifici locali, i cacciatori hanno dimostrato di essere non solo parte integrante e attiva della società, ma di rivestire per quanto riguarda territorio, ambiente e fauna, un ruolo insostituibile di presidio e controllo.
Estratto della Relazione del Progetto “Il cinghiale come indicatore per il monitoraggio ambientale”.
Il Progetto per il monitoraggio e la mappatura della radioattività ambientale, stilato a Novembre del 2014 fra l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, nasce ai fini dell’aggiornamento della RETERESORAD1. La Rete analizza l’andamento spazio-temporale delle concentrazioni dei radioelementi nelle matrici dei diversi comparti ambientali ed alimentari interessati dalla diffusione della radioattività e dal suo trasferimento all’uomo.
L’ARPACAL, opera per la tutela, il controllo, il recupero dell’Ambiente e per la prevenzione epromozione della salute collettiva al fine di consentire la massima efficacia nella individuazione e nella rimozione dei fattori di rischio per l’uomo, per la fauna, per la flora e per l’ambiente fisico. In virtù di tale compito, si è promosso il protocollo con l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza – Servizio Veterinario Area B – Area Funzionale Igiene degli Alimenti di origine animale, che stabilendo le procedure riguardanti le visite dei cinghiali abbattuti durante la stagione venatoria e nei piani selettivi destinati all’autoconsumo in tutto il territorio dell’ASP, è risultato essere il partner più idoneo per la mappatura del territorio attraverso l’analisi radiometrica della carne di cinghiale.
Il Progetto è stato fattivamente realizzato grazie al contributo delle ATC2 di Cosenza (in particolare ATC CS3 e ATC CS2) che organizzano le squadre di cacciatori abilitate all’abbattimento del selvatico durante la stagione venatoria, raccogliendo anche i dati orografici e zoognostici del cinghiale, conferendo le matrici ai punti d’igiene dell’ASP. Le squadre dei cacciatori, indirizzate dal Dott.S. Stancati, dirigente veterinario dell’Area Igiene degli Alimenti di Origine Animale, hanno raccolto i campioni necessari alle analisi, integrando in molti casi, la raccolta della carne del cinghiale abbattuto, con il terreno del luogo di abbattimento.
Le matrici sono poi pervenute al Servizio Laboratorio Fisico del Dipartimento Provinciale ArpaCal che ha provveduto all’effettuazione delle analisi. Le considerazioni di questo articolo fotografano la situazione al 24 aprile 2015, quando, sugli 85 campioni di carne e 7 campioni di terreno pervenuti della prima annualità, si erano analizzati 64 campioni di carne e la totalità dei terreni. La stima della “contaminazione radioattiva” in laboratorio, è fondata su misure di attività, mediante analisi con spettrometria gamma, la quale consente il riconoscimento dei vari radionuclidi presenti in ogni campione analizzato e fornisce, attraverso un’analisi quantitativa, i valori delle loro concentrazioni di attività.
( 21 giugno 2015 )
Federcaccia