Caccia e Fauna: a Tambre, nella provincia di Belluno, sull’altopiano del Cansiglio, i cervi hanno assaltato le riserve di erba e fieno di un agricoltore, “Bisogna partire con il piano di abbattimento”.
Via la neve riecco i cervi del Cansiglio, la cui popolazione è cresciuta in modo esponenziale a quanto pare, che hanno assaltato le riserve di foraggio, erba e fieno, di un agricoltore di Tambre, in Val Menera nella provincia di Belluno. Ben 85 gli animali che si sono presentati, venerdì sera, da Alessandro Gava, allevatore con agriturismo nella valle più fredda della foresta. Alex li ha contati uno ad uno. In tutti i modi hanno cercato di portare l’assalto alle sue riserve di erba e fieno, riparate da un recinto. C’è stato anche uno sfondamento ma l’agricoltore ha fatto, a suo modo, resistenza. Ieri sera, per dargli una mano, sono saliti in Val Menera i volontari del sindacato Anpa, in testa Paolo Casagrande.
“Nella sola Val Menera sono rientrati, dalla Pedemontana pordenonese, alcune centinaia di cervi, affamati dopo le lunghe settimane di innevamento. La Regione non può stare alla finestra”. La Regione, infatti, ha deciso di non starci. Lo ha assicurato l’assessore all’agricoltura, Franco Manzato, salito ieri a Fregona. “È evidente che dopo quanto è accaduto in Val Menera non possiamo lasciare soli gli allevatori a contrastare la furia dei cervi», cerca di tranquillizzare Manzato. “Bisogna finalmente partire con la campagna di abbattimento, decisa a suo tempo dalla regione ed organizzata da Veneto Agricoltura”.
Una campagna che prevede la riduzione di 1200 cervi in tre anni, quindi 400 l’anno. Riduzione che significa uccisione, non semplice cattura e trasferimento degli animali in altri parchi. Manzato ne parlerà nei prossimi giorni con il presidente della Regione, Luca Zaia, che l’anno scorso si era opposto a far partire la campagna, per evitare ricorsi all’Europa da parte degli animalisti. Il suo assessore, però, ritiene l’operazione ormai inevitabile e assicuragli “amici” delle associazioni ambientaliste che la campagna non sarà affidata ai cacciatori ma alle guardi venatorie provinciali. “Studieremo il modo che la caccia avvenga con il massimo rigore”, assicura Manzato.
Intanto il sindacato Anpa si mobilità con lo stesso Manzato perché sia destinato agli allevatori l’ampio pascolo in località Cornesega che è vincolato a “sfamare” gli ungulati. “Si tratta di ben 10 ettari di pascolo che sono abbandonati a tal punto che non lo frequentano neppure gli ungulati, perché preferiscono avvicinarsi alle stalle, alle aziende agricole, dove trovano l’erba più fresca con cui alimentarsi. Veneto Agricoltura, pertanto, li rimetta a disposizione, magari dei nostri agricoltori, attraverso specifica trasparenza, che provvederanno a ricoltivarli e falciarli”. Per difendersi sempre dai cervi, intanto, un’altra azienda in altopiano provvederà, nei prossimi giorni a dotarsi di un nuovo recinto. E questo nonostante lo stop dei sindaci.
22 aprile 2013
Fonte: CorrieredelleAlpi