Caccia e Fauna: ANUU Migratoristi, uno studio sulle malformazioni fisiche negli uccelli selvatici, nella maggior parte dei casi non debilitanti.
La crescita smisurata del becco sembra avere poco effetto sulla vita sociale degli uccelli. Ma come fanno gli uccelli a sopravvivere? Ad esempio, nel numero 34 della rivista AFRING News, i biologi Van Stuyvenberg (2005) e Franke (2005) hanno descritto casi di uccelli con ferite gravi che erano riusciti a fuggire appena allarmati. Il primo autore ha osservato una Poiana codarossa africana (Buteo rufofuscus) cieca che è riuscita a volare e cacciare senza problemi.
Il secondo autore ha discusso il caso di un Barbuto dal collare (Lybius torquatus), che era apparentemente ferito e con la maggior parte della sua mascella inferiore mancante, ma ben adattato alla vita naturale. Alcuni individui, per colpa di quest’ultimo problema, non sono in grado di trattenere la saliva che col tempo causa una necrosi alla base del becco. Inoltre la loro mandibola superiore si usura talmente da perdere anche la classica forma appuntita. Nonostante l’usura significativa sopravvivono e riescono a riprodursi. Eppure per questi individui è molto difficile nutrirsi.
Le qualità soggettive di questi uccelli, date dalla volontà e dalla determinazione, e aiutate dalla costituzione fisica, potrebbero essere importanti per spiegare la loro sopravvivenza. Una tesi interessante che va ad arricchire le piccole risposte ottenute sino ad oggi su come riescano a sopravvivere gli individui colpiti dalla sventura di essere nati con una malformazione.
4 dicembre 2013
ANUU Migratoristi