Caccia e Cani: al fine di prevenire la diffusione della pseudorabbia che ha colpito molti cani dell’Italia centrale, l’ENPA chiede la chiusura anticipata della Stagione Venatoria.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ha chiesto con una lettera inviata al Ministero della Salute di preventivare la chiusura della stagione venatoria 2013/2014 come misura precauzionale a fronte dei numerosi episodi di pseudorabbia (morbo di Aujeszky) verificatisi in molte aree del Paese. Il morbo di Aujeszky, noto anche come pseudorabbia – spiega l’Enpa – è una patologia causata da un agente eziologico virale (herpesvirus) che può portare anche alla morte del soggetto infettato e che colpisce numerose specie di animali, selvatiche (tra cui cinghiali che sono serbatoi naturali del virus; e volpi e roditori), da cortile come piccoli ruminanti e bovini e animali d’affezione, come cani e gatti che contraggono la malattia ingerendo carni dei suidi infetti, alimenti contaminati dalla loro urina o per contagio causato dal ferimento causato dai morsi dei suidi infetti. Per questa ragione in particolare, ad essere esposti sono soprattutto i cani da caccia che possono contrarre la patologia dai cinghiali durante l’attività venatoria o dall’ingestione di carni crude dei suidi che i cacciatori sono soliti propinargli. Infatti, come appreso da fonti di informazione, sono attualmente numerosi i cani che hanno contratto il virus, soprattutto nelle regioni dell’Italia centrale e che, nonostante il tempestivo intervento dei medici veterinari, sono deceduti.
A fronte di tale emergenza, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha chiesto al Ministero della Salute di avere chiarimenti in merito all’attuale diffusione della patologia virale e di sapere quali misure preventive siano state previste per evitarne ogni ulteriore diffusione, tutelando così la salute pubblica e degli animali. Ed è proprio a fini preventivi che l’Enpa ha sollecitato le autorità a prevedere la chiusura della stagione venatoria 2013/2014 che, oltre a causare la morte di milioni di esseri viventi indifesi uccisi dalle fucilate, potrebbe facilitare la trasmissione del morbo di Aujeszky da una specie all’altra, creando in tal modo un ulteriore danno sia alla fauna selvatica – peraltro già stremata dagli spari – sia agli animali d’affezione.
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