Caccia e Cacciatori: Il momento dell’incontro fra cane, selvatico e cacciatore. ll cuore della caccia che tutti vivono con gratitudine e passione.
Ci hai mai pensato? Tutta la preparazione della giornata di caccia, la preparazione del cane, l’addestramento, la manutenzione dell’attrezzatura, tutto si concretizza in un solo momento: quello nel quale il cane incontra il selvatico. Non esiste un momento migliore e forse proprio per questo alcuni amici cacciatori cercano di dilungarlo il più possibile: poco importa quel che verrà fra un attimo; quel che conta per davvero sei tu, il tuo cane da ferma e il selvatico, uno dei triangoli più eccitanti che un cacciatore possa immaginare.
La stanchezza arriverà dopo, in quel momento è pura tensione e la collaborazione fra cane e uomo è ai massimi livelli: potrei giurare che il cane percepisce l’eccitazione dell’uomo esattamente come l’uomo percepisce l’eccitazione del cane.
Si ha la sensazione di camminare sul filo del rasoio: basta un passo sbagliato, una folata di vento improvvisa, o qualsiasi disattenzione perché il volatile o il selvatico in genere fuggano, mettendo in serio rischio un’intera mattinata di caccia fatta di camminate e fatica.
Che il momento clou della caccia stai arrivando d’altronde il buon cacciatore che conosce il proprio cane lo sa con qualche minuto d’anticipo. Basta saper osservare il proprio cane che percepita la presenza del selvatico è come attirato da un filo invisibile, si fa più silenzioso e praticamente scivola sul terreno.
Poco distante dalla preda il cane acquisisce la posizione da ferma, a terra o in piedi a seconda dell’esemplare che hai scelto come miglior compagno di caccia. Quale che sia la razza e lo stile, l’eccitazione canina trasuda dalla muscolatura tesa che sta aspettando il momento giusto per scattare e dall’attenzione profonda: in fondo il tuo cane sta combattendo con l’istinto predatorio che gli consiglia di agguantare il prima possibile quella creatura favolosa che sta puntando: e invece no, sceglie consapevolmente di servire il suo conduttore, intelligenza canina.
Il cane a questo punto ha fatto il suo lavoro, tocca a te muoverti silenziosamente, senza far il più minimo rumore: foglie secche, rami spezzati o chissà che altro potrebbero far svanire in un battito d’ali o in una fuga sfrenata i tuoi sogni di gloria.
Il selvatico intanto sta mettendo in atto tutte le tecniche possibili per fuggire alla ferma del cane, e delle volte, diciamolo, si dimostra più furbo del cane e del padrone messi insieme: buon per lui!
E’ proprio il selvatico che rompe la staticità: tenta una breve fuga e il cane che vorrebbe con tutto il cuore lanciarsi in corsa verso l’animale deve piuttosto pedinarlo da lontano, senza perdere il contatto visivo ma soprattutto olfattivo. Alla breve guidata normalmente segue una nuova ferma durante la quale il selvatico è fortemente pressato: il conduttore a questo punto consiglia al cane di chiudere l’azione e finalmente il nostro caro amico a quattro zampe può sfogare la tensione che aveva covato nell’ultima mezzora.
Ogni cacciatore vive quei secondi con forte ammirazione e attenzione: il cane sta ci sta regalando una performance a cinque stelle e il selvatico se tutto andrà come deve, si sta per offrire al fucile; insomma si tratta di un momento mai banale, il cuore della giornata di caccia, da gustare fino all’ultimo attimo con gratitudine.
A questi momenti di pura passione ti conduce il tuo cane: saper cercare il selvatico d’altronde non è cosa da tutti, specie quando parliamo di selvatico a cinque stelle e non di animali immessi nel territorio, che, poveri loro, non sanno né dove si trovano, né perché. Al cane serve educazione, allenamento, intelligenza, prestanza fisica e psicologica e grandi doti naturali: quelle olfattive prima di tutte. Il terreno deve essere fiutato in qualsiasi situazione, sia esso umido o secco, con vento e con pioggia.
Dire che il cane ha il senso del selvatico, significa appunto che è in grado di percepire la presenza del selvatico: seguire ordinatamente l’istinto è cosa che si impara lentamente grazia anche a lunghi addestramenti.
Quindi stile, grazia, eleganza, velocità e medaglie non fanno un cane da caccia: ci vuole istinto e caparbietà e non tutti i cani possiedono queste doti indispensabili per chi si vuole cimentare nell’arte venatoria.
Tenetene conto quando dovrete scegliere il vostro amico di caccia!