Caccia e Armi: Torino, presentato nuovo dispositivo di sicurezza TUTIUS per armi a canna lunga sia da fuoco che ad aria compressa, inventato da Paolo Anglisani.
E’ stato presentato ufficialmente sabato 9 febbraio a Leinì, in provincia di Torino, il brevetto del dispositivo di sicurezza TUTIUS per arma portatile da fuoco o pneumatica a canna lunga. L’invenzione, opera dell’inventore Paolo Anglisani, registrata a Torino in data 06.11.2012, ha l’obiettivo di ridurre notevolmente il rischio del verificarsi di incidenti conseguenti all’esplosione involontaria del colpo dall’arma.
L’inventore Anglisani ha spiegato, “Molto spesso si verificano vere e proprie tragedie a causa di urti improvvisi dell’arma inavvertitamente lasciata carica, ad esempio durante le battute di caccia: può accadere che il cacciatore dimentichi di scaricare l’arma mentre attraversa un fosso oppure inciampi su un cespuglio con l’arma carica o venga improvvisamente travolto dal proprio cane sempre con l’arma carica, in questi casi una lieve disattenzione può essere fatale, le probabilità che parta il colpo ferendo chi sta accanto sono elevatissime”.
“L’applicazione del dispositivo Tutius sull’arma ridurrà di oltre il 70% il rischio di simili eventi tragici. Il congegno funziona in questo modo: l’arma si compone del classico meccanismo di sparo includente il grilletto e di una impugnatura che va afferrata con l’altra mano e che presenta una parte mobile a cui è connesso cinematicamente un meccanismo di blocco selettivo del meccanismo di sparo. Lo sparo avviene solo con la concomitanza di due azioni coincidenti, ossia l’impugnatura della parte mobile e l’azione del grilletto: la parte mobile dell’impugnatura, infatti, disattiva il meccanismo di blocco e quindi la contemporanea azione del grilletto permetterà lo sparo. Quando l’impugnatura viene rilasciata dall’utilizzatore, la parte mobile automaticamente determina il blocco del meccanismo di sparo”.
All’evento di presentazione erano presenti i rappresentanti di tutte le associazioni venatorie della Regione Piemonte e diversi rappresentanti della produzione armiera, i quali hanno accolto con grande favore l’invenzione, stimando che la stessa potrà ridurre addirittura del 90% gli incidenti di caccia. Tra i relatori era presente anche l’Avv. Adele Morelli, intervenuta sul tema della normativa in materia di sicurezza delle armi. “L’attività venatoria, in quanto consistente nell’utilizzo di uno strumento per sua natura atto all’offesa quale è l’arma da fuoco, è per definizione un’attività pericolosa, pertanto la stessa soggiace al principio di presunzione di responsabilità in capo al soggetto che la pratica, con conseguente obbligo di questi di adottare una diligenza qualificata nella sua condotta” spiega l’Avvocato, evidenziando che “la possibilità di andare esenti da responsabilità penale in caso di incidenti di caccia è prossima allo zero, pertanto ben vengano invenzioni di questo tipo, volte a limitare i rischi di disgrazie e quindi anche a garantire maggiori condizioni di tutela a favore dei cacciatori e l’auspicio è che la produzione armiera ne terrà conto per i prodotti di fabbricazione immediata e futura”.
Nel corso dell’intervento l’Avv. Morelli ha passato in rassegna le ipotesi di fattispecie penali in cui si rischia di incorrere in caso di cattivo uso dell’arma, dovuto anche a banale svista o minima distrazione, ossia: lesioni colpose, omicidio colposo ed omessa custodia dell’arma nel caso della stessa se ne impossessino minori, incapaci, imperiti al maneggio. Il legale ha quindi indicato le prescrizioni che occorre seguire rigorosamente per evitare gli incidenti di caccia, riconducibili a tre grandi categorie: manutenzione dell’arma, maneggio dell’arma e condotta dello sparare.
Con riguardo alla prima prescrizione, si è evidenziata la necessità che il cacciatore verifichi sempre il buono stato di manutenzione dell’arma, ossia l’integrità e la pulizia delle canne (vanno sempre pulite dopo ogni battuta di caccia, poiché una foglia o un granellino introdottisi potrebbero causarne lo scoppio), il funzionamento dei dispositivi di sicurezza, l’integrità della cinghia del fucile, ad ogni minimo cenno di malfunzionamento o anche solo a seguito di una caduta a terra è bene portare l’arma dall’armaiolo per una verifica, poiché il detentore dell’arma risponde anche in caso di incidenti provocati dalla cattiva manutenzione della stessa.
Con riferimento al maneggio dell’arma, l’Avvocato ha espressamente indicato che “l’arma va sempre tenuta scarica, fatta eccezione per i casi di uso immediato”, della stessa non va fatto un uso improprio, ad esempio per aprirsi varchi tra i cespugli oppure usandola come bastone o per recuperare la preda abbattuta, l’arma va sempre sorvegliata con il massimo rigore e va sempre tenuta scarica quando si cammina, quando si è in macchina, quando si deve attraversare un fosso o un terreno ghiacciato o viscido, quando si scarica l’arma accertarsi sempre che tutte le cartucce siano state rimosse; infine, relativamente alla condotta dello sparare, l’Avv. Morelli ha posto l’attenzione sulla necessità che si abbiano sempre presenti la direzione dello sparo, la distanza, il materiale verso cui è diretto il proiettile (il proiettile rimbalza contro le rocce, le pietre, il legno, l’acqua, i muri, il legno, il terreno ghiacciato, le piume bagnate della selvaggina), la gittata massima della cartuccia, la dispersione della rosata di tiro in funzione della dimensione dei pallini e le condizioni meteorologiche (il vento può deviare i pallini causando il ferimento di chi sta vicino, in questo caso si incorrerebbe in responsabilità penale).
“In sostanza il legale ha invitato a “sparare solo se si ha la certezza che il proiettile colpirà la selvaggina, mai sparare senza accertarsi dell’assenza di persone”. L’Avv. Morelli è altresì intervenuta sulla necessità di restituire un’immagine “positiva” alla caccia, auspicando che la stessa venga considerata per ciò che è, ossia “una risorsa ambientale da un lato ed economica dall’altro. E’ una risorsa ambientale poiché è lo strumento gratuito attraverso cui si fa selezione naturale delle specie infestanti evitando che le stesse invadano i nostri ambienti urbani e arrechino danni all’agricoltura, è una risorsa economica poiché grazie all’attività venatoria ogni anno entrano nelle casse dello Stato circa 300milioni di euro a titolo di tasse di concessione governativa, tasse regionali e di imposta sul valore aggiunto per beni e servizi. Di questo importo solo circa 2milioni di euro vengono reindirizzati all’ambiente per la sua gestione e programmazione; inoltre, l’attività venatoria muove un importante indotto economico di beni e servizi legati al suo svolgimento per il valore ogni anno di circa 3 miliardi e 200milioni di euro e per decine di migliaia di posti di lavoro e tocca un importante settore economico, fiore all’occhiello del paese e che tiene alto il nome della produzione italiana in tutto il mondo quale è quello della produzione armiera”.
Anche invenzioni come questa possono dare il loro contributo a restituire credibilità e posizione privilegiata alla caccia, riducendo la possibilità del verificarsi di incidenti nel corso delle battute, facendo sì che la stessa sia occasione per la conservazione dell’ambiente e per il mantenimento dell’equilibrio dell’ecosistema, e non per far parlare di se’ solo quale fenomeno che causa disgrazie.
16 febbraio 2013