Per rendere efficace la caccia di selezione, bisogna gestire in maniera ottimale l’impiego delle fonti alimentari attrattive verso il punto di sparo: senza queste fonti, infatti, la potenzialità del prelievo si riduce drasticamente. La pratica non deve diventare una fonte di sostentamento e per attrarre i cinghiali occorre predisporre non più di un punto di alimentazione ogni 50 ettari di superficie dell’unità territoriale di gestione.
In aggiunta, va usato esclusivamente il mais in granella, senza dimenticare che la somministrazione alimentare va sospesa una volta terminata la caccia o nel momento in cui si completano gli abbattimenti che sono stati autorizzati. Il quantitativo massimo di granella, poi, non deve superare un chilo di peso. La violazione di queste prescrizioni comporta l’applicazione delle sanzioni previste dalla normativa in vigore.