Caccia in deroga. La Regione Lombardia intende attivare, per la stagione venatoria 2016/2017, le procedure per autorizzare il prelievo di esemplari delle specie Fringuello, Peppola e Storno, avvalendosi della facoltà di deroga prevista dalla ‘direttiva Uccelli’. Lo aveva spiegato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava, con una comunicazione alla Giunta dello scorso mese di aprile.
DANNI ALLE COLTIVAZIONI – “La domanda di autorizzazione al prelievo dello storno deriva anche dalla necessità di limitare la perdita di produzioni agricole di qualità – ha spiegato l’assessore Fava -. Tra il 2008 e il 2015, in Lombardia, sono stati accertati danni alle colture causati dalla specie per 643.573 euro. Nel solo 2015 i danni segnalati dalle province lombarde maggiormente colpite ammontano a 68.280 euro. Nelle aree in cui si è registrata la maggiore concentrazione dei danni sono presenti rilevanti produzioni di alta qualità, come vigneti specializzati per la produzione di vini Doc e Docg e meleti”.
MELO E VITE – Le colture maggiormente danneggiate sono appunto quelle vitivinicole e frutticole (melo), con concentrazione dei danni nel periodo della maturazione dei frutti, periodo in cui la popolazione di storni è più numerosa e in cui le piante sono maggiormente suscettibili al danno. Ulteriori danni sono stati verificati su altre tipologie colturali come mais, girasole e orticole (pomodori). “La richiesta di autorizzare il prelievo venatorio di esemplari delle specie Fringuello, Peppola, oltre che dello Storno – ha aggiunto l’assessore – punta a soddisfare le richieste avanzate dalle associazioni venatorie regionali in occasione dell’evento ‘Dillo alla Lombardia’ del 27 marzo scorso”.
PERIODI DI PRELIEVO – Per la specie Fringuello si prevede di autorizzare il prelievo limitatamente al periodo compreso tra il 1 ottobre e il 31 ottobre 2016; per la Peppola nel periodo compreso tra il 15 ottobre e il 13 novembre e per lo Storno nel periodo tra il 18 settembre e il 23 ottobre 2016.
COSA DICE LA LEGGE – L’articolo 19bis della legge 11 febbraio 1992, n.157 (‘Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio’), che stabilisce competenze e modalità di autorizzazione delle deroghe ex art. 9 della Direttiva Uccelli, demanda alle regioni la facoltà di autorizzare tali deroghe, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria, e dispone che l’intenzione di adottare provvedimenti di deroga aventi ad oggetto specie migratrici debba essere comunicata, entro aprile, all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), per l’emissione del parere obbligatorio.
La procedura prevede la richiesta del parere dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, in merito alla possibilità di consentire la caccia in deroga; ancora una volta Ispra esprime parere sfavorevole all’attività venatoria per le specie in questione in deroga alla direttiva europea ai sensi dell’articolo 9 comma 1 lettera c della Direttiva 2009/147/CE.
Duro il commento di Federcaccia Brescia, “Non che non ci aspettassimo una risposta in tal senso alla richiesta inoltrata da Regione Lombardia secondo quanto prescritto dall’art. 19bis della legge 157, ma ci aspettavamo qualcosa di diverso”.
Proseguendo si legge nella nota di Federcaccia, “Se è vero che Ispra è un Istituto tecnico che fornisce pareri tecnici alle Istituzioni e se è vero che l’art. 19bis obbliga ad avere il parere ISPRA favorevole per attuare il prelievo in deroga, è altrettanto vero che quello che è arrivato sul tavolo dell’assessore Fava è un’interpretazione legale e giuridica della norma Comunitaria e non un parere tecnico!”
“ISPRA deve dare pareri tecnici, dire a Regione Lombardia se le popolazioni di storni fringuelli e peppole possono essere sottoposte a prelievo venatorio per tutelare le cacce tradizionali, ma non dare interpretazioni legali. E risulta offensivo per Federcaccia Brescia leggere : “…questo Istituto ritiene che esistano soluzioni alternative all’attività venatoria nei confronti di storno fringuello e peppola e quindi decade la prima condizione necessaria per attuare la deroga”.
“E quali sarebbero, per nostra curiosità, – incalza Federcaccia – queste soluzione alternative? Forse il fatto che da capanno è già prelevabile il tordo, il merlo il sassello o la cesena? Non diciamo eresie. Federcaccia Brescia mantiene la convinzione che la Regione Lombardia debba fare comunque una delibera, farsela impugnare da un giudice e chiedere l’intervento della Corte di Giustizia. Una volta per tutte la questione deroghe deve essere risolta in modo serio e definitivo”.
( 14 giugno 2016 )
Fonte: LombardiaNotizie – Federcaccia Brescia