Ai problemi climatici che provocano grossi danni alle coltivazioni si aggiungono quelli causati da animali altrettanto dannosi come lo storno e, per altri versi, cinghiali ed ungulati. La coldiretti, dalla parte dei cacciatori, chiede la cacciabilità delle specie dannose.
Vendemmia anticipata di quindici giorni ma bilancio tutt’altro che roseo per la qualità e la quantità delle uve. In molti casi la siccità estrema del mese di agosto, non interrotta neanche dopo il 15 da sporadiche piogge, ha prodotto un appassimento delle uve con conseguenti aumenti di concentrazioni zuccherine ma senza la piena maturazione aromatica dei frutti.
Per i viticoltori non c’è stata scelta dunque, si è dovuto raccogliere anche per aiutare vigneti che, soprattutto quelli giovani, stavano andando anche in sofferenze serie. Ovviamente la quantità totale risentirà anch’essa di una stagione così difficile, attestandosi secondo le previsioni intorno ai 43-44 milioni di ettolitri. Come se non bastassero già questi aspetti critici dalla Coldiretti sono arrivati altri due allarmi seri legati ad ulteriori difficoltà, come quello delle grandinate, prevedibili soprattutto al Nord con l’avvicinarsi delle prime depressioni, e quello degli uccelli, capaci di ridurre di un’ulteriore 10% le produzioni viticole.
A quanto pare è il caldo che ha scatenato la fame dei volativi ma, come spiega bene l’associazione di coltivatori, il problema degli storni in Italia va ben oltre l’uva e la vendemmia 2011. Oltre alle uve danneggiate in modo diretto si conterebbero infatti svariati altri milioni di danni provocati ogni anno a frutta e olive oltre che per gli ortaggi non utilizzabili a causa dello “sporco” lasciato dalle ondate di migliaia di esemplari con relative defecazioni. Gli agricoltori si lamentano in tutta Italia, dall’Emilia Romagna all’Abruzzo dove è stata chiesta l’istituzione di una apposita unità di crisi fino alla Puglia e alla Toscana, e mai come ora sono vicini ai cacciatori, che da anni chiedono all’Unione Europea l’inserimento dello storno, tutt’altro che in difficoltà riproduttive, nelle specie cacciabili. Le associazioni di categoria tra l’altro evidenziano il doppio danno, da una parte quello causato dagli storni e dall’altra quello dei mancati o lentissimi risarcimenti.
“L’Italia ad oggi è l’unico tra i Paesi mediterranei – spiega la Coldiretti in merito allo storno – dove non è ammessa, salvo deroghe, la caccia a questo dannoso uccello, nonostante la richiesta presentata alla Commissione Europea, considerati anche i danni ingenti che provoca tale specie all’agricoltura. La richiesta è stata peraltro sostenuta a maggioranza dal Comitato tecnico nazionale faunistico venatorio all’inizio dell’estate, anche sulla base di un Rapporto dell’Ispra sullo stato di conservazione delle specie in Italia. I danni provocati dagli storni rientrano – continua la Coldiretti – nel più generale problema della presenza di animali selvatici come i cinghiali e gli ungulati che mettono in pericolo non solo le cose ma anche la vita quotidiana delle persone, dalle campagne alle città. Ripetuti casi di incidenti stradali, allevamenti decimati, migliaia di campi con i raccolti distrutti da gruppi di cinghiali guidati da animali di oltre 150 chili di peso che arrivano fino dentro le case”.
Fonte: PRIMAPRESS