“Con questo caldo, e a motivo della perdurante siccità, i 10mila cinghiali che proliferano sui Colli Euganei stanno scendendo in pianura alla ricerca di canalette dalle quali abbeverarsi”. L’allarme viene lanciato da Emilio Cappellari, presidente della zona Este di Cia-Agricoltori Italiani, fortemente preoccupato per lo stop delle attività dei selecontrollori (i cacciatori autorizzati dalla Regione Veneto) causato dall’emergenza sanitaria in atto. “Si tratta di personale qualificato, che ha partecipato a dei corsi ad hoc in merito al contenimento di alcune specie animali -commenta-. Non praticano la caccia per divertimento, come qualcuno ha affermato in passato finendo per mettere in cattiva luce il loro operato.
Al contrario, seguono uno specifico piano di abbattimento dei cinghiali, che di certo non avviene in maniera indiscriminata”. “Questo, peraltro, è il periodo delle nascite: ogni esemplare femmina dà alla luce fra i 6 e i 10 cuccioli, in media. Chiaro che diventa un grosso problema, pure per le coltivazioni”. Queste vengono irrimediabilmente devastate dal loro passaggio. Sta succedendo, in particolare, vicino alle terme della Val Calaona. “Gli imprenditori agricoli mi telefonano disperati -spiega Cappellari-. Dicono che lì qualsiasi tipo di coltivazione viene puntualmente distrutta, non sanno più cosa fare”. C’è poi la questione del mais, messo a dimora proprio in questi giorni.
“Sono ghiotti delle piantine in quanto ricche di acqua -sottolinea il presidente della zona Este di Cia-. Le sgranocchiano, vanificando il lavoro degli stessi coltivatori. Quando passano le mandrie, calpestando gli appezzamenti agricoli, i danni diventano incalcolabili. In una notte mandano all’aria mesi e mesi di sacrifici”. Oltre, precisa, ad un aspetto legato alla sicurezza dei cittadini. “Possono causare incidenti, pure gravi, allorché attraversano le nostre strade. Spesso gli automobilisti si accorgono all’ultimo momento e ci vanno addosso. Occorre intervenire per il bene della collettività”. Diverse le richieste avanzate da Cia-Agricoltori Italiani al tavolo verde regionale e all’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan: “In primo luogo, occorre che venga redatta una specifica ordinanza con la quale si permette ai selecontrollori di riprendere a stretto giro la cattura dei cinghiali, in una logica di contenimento della proliferazione, in collaborazione con il Parco dei Colli Euganei.
In seconda battuta è stato chiesto il ristoro dei danni, già avvenuti, causati agli imprenditori agricoli dall’imperversare della fauna selvatica nei loro appezzamenti. Gli agricoltori rappresentano le ultime sentinelle del territorio, domandiamo siano messi nelle condizioni di portare avanti le loro attività nella massima sicurezza e con la certezza del reddito”. “Il settore agroalimentare sta già di per sé passando un momento di difficoltà. Se a queste aggiungiamo il fatto che i cinghiali si moltiplicano a dismisura il comparto rischia un ulteriore colpo basso, con aziende che potrebbero essere costrette a chiudere i battenti. Serve, appunto, una strategia comune e condivisa”.“Il lavoro iniziato, peraltro, stava dando i primi frutti. Oggi, però, è tutto fermo, con la conseguenza che i danneggiamenti aumentano in maniera esponenziale”.