Caccia: Cuneo, Coldiretti esce dal Comprensorio Alpino CA CN 6 e dall’ATC CN 5 perché i problemi che assillano da anni questo territorio non riescono ancora a trovare soluzione.
Aggiunge Cesare Gilli – segretario zona di Alba e Cortemilia – “Nell’ATC CN 5 su 19 componenti 13 sono cacciatori, di cui 3 espressi dagli Enti Locali (Comuni – Comunità Montana), 1 dalle Associazioni Agricole e 4 espressi dalle Associazioni Ambientaliste. Mentre riteniamo normale che i 5 rappresentanti delle Associazioni Venatorie siano esponenti del mondo venatorio, non è normale che tra i rappresentanti delle associazione del settore e degli Enti Locali siano stati nominati dei cacciatori. Inoltre non sono state prese in considerazione le nostre proposte contenute in un documento, presentato nel Consiglio, con il quale si richiedeva la rotazione delle squadre sul territorio, la massima facilitazione all’esercizio della caccia per il cacciatore singolo, l’eliminazione del numero di squadre massimo sul territorio, così come la riduzione del numero minimo dei componenti per la costituzione di una squadra”.
Precisa Massimo Meineri – segretario zona di Mondovì e Ceva – “Su 20 componenti designati nel CA CN 6, 15 sono cacciatori e solo 5 non lo sono. 3 rappresentanti degli Enti Locali sono cacciatori come lo sono ovviamente i 6 rappresentanti delle Associazioni Venatorie. Ma sono cacciatori anche 3 rappresentanti su 6 nominati dalle Associazioni Agricole (i 3 non cacciatori sono designati da Coldiretti). Tra i 4 rappresentanti di protezione ambientale 3 sono cacciatori ed 1 solo non lo è”.
In un recente incontro tenutosi presso la Coldiretti di Mondovì, l’Organizzazione ha costituito un gruppo di lavoro dove sono presenti gli imprenditori agricoli, i Dirigenti delle Zone di Ceva e Mondovì, una rappresentanza delle imprese agricole maggiormente colpite dalle incursioni dei cinghiali e da alcuni Sindaci in rappresentanza del territorio. L’obiettivo è di continuare a monitorare la complessa problematica dei danni causati dalla selvaggina alle colture agricole, prevenire i numerosi incidenti stradali e di essere momento di forza e pressione nei confronti delle Istituzioni affinché i provvedimenti possibili siano adottati senza tentennamenti.
“L’ennesimo tentativo – concludono Gatto e Rivarossa – per risolvere un problema che da troppo tempo genera tensioni, più che giustificate, sul territorio e che le Istituzioni non hanno preso seriamente in considerazione circa le possibili soluzioni”.
29 maggio 2013
Fonte: TargatoCN