CACCIA: Maurizio Montagnani, Presidente Regionale Cpa Sport Toscana invia lettera alla Regione e alla Provincia di Arezzo.
Con la presente esprimo alcuni malcontenti espressi dai cacciatori, soci del CPA di Arezzo e non solo, in particolare dell’area della Valdambra, che mi hanno rappresentato la delusione per la passata stagione venatoria ed hanno evidenziato le seguenti problematiche :
-la mancanza di selvaggina stanziale, lepre e fagiano, che nel territorio a caccia programmata sono sempre più rari; la loro diminuzione si è notata in particolare negli ultimi anni.
La gestione del fagiano è caratterizzata, in questo territorio da ripopolamenti effettuati a stagione venatoria chiusa, con soggetti provenienti da allevamento.
Contestualmente si è osservato invece un incremento nella presenza di volpi , corvi , rapaci ecc,. Nelle zone di rispetto venatorio invece i ripopolamenti sono effettuati generalmente nel mese di settembre, seguendo comunque la stessa sorte di quelli precedenti, non giungendo quindi a disposizione dei cacciatori .
-il cattivo funzionamento degli istituti faunistici: secondo le informazioni fornitemi dai cacciatori che mi hanno incaricato di inviare la presente , all’interno della zona di ripopolamento e cattura di Montevarchi, non c’è una densità di fagiani tale da garantire un sufficiente ripopolamento per le catture né tanto meno per irradiarsi spontaneamente nel territorio libero.
Probabilmente a causa della eccessiva presenza di predatori e per la mancanza di alimentazione, in quanto non si praticano colture a perdere e non si attuano neppure altre forme di alimentazione quali beccatoie ecc. Analoghe considerazioni sono state fatte per le voliere di ambientamento .
Le lamentele dei cacciatori riguardano anche alcune restrizioni ingiustificate e immotivate che la Provincia ha imposto nel calendario venatorio :
1) Chiusura della caccia al fagiano femmina dal giorno 8 dicembre motivandola, almeno informalmente, come una misura tendente a favorire il naturale ripopolamento . Senza voler scendere in polemiche che non giovano a nessuno, tale ipotesi è assolutamente fantasiosa, in quanto stante quanto sopra, è pacificamente dimostrato che il fagiano nel territorio “ libero “ alla caccia è quasi del tutto scomparso. Questa specie non riesce a riprodursi adeguatamente neppure nelle ZRC, dove non viene cacciato, figurarsi nel territorio libero dove deve confrontarsi sia con i predatori naturali sia con i cacciatori. Come è possibile solo pensare o ipotizzare che vietando la caccia alle femmine queste possano riprodursi?
Inoltre tale decisione non risulta essere stata supportata da nessun studio scientifico prova ne è il fatto che tale limitazione è giunta al terzo anno non producendo alcun risultato .
2) Chiusura della caccia alla beccaccia il giorno 15 gennaio . Tale decisione non trova alcuna giustificazione atteso che il calendario regionale stabilisce che detta specie è cacciabile sino al 31 gennaio . Non è chiaro nemmeno perché la provincia abbia deciso la chiusura di questa sola specie invocando l’applicazione della “ comunitaria”, tenendo conto che in altre province ( Firenze Siena Grosseto ecc. ) la caccia alla beccaccia è stata chiusa come negli anni passati e in linea al calendario regionale il 31 gennaio. Vorremmo sapere a che scopo e per quale interesse ( privato o collettivo ) lo ha fatto la provincia di Arezzo.
Tale decisione , motivata forse per tutelare la specie, solleva molti dubbi sulla sua utilità, ci piacerebbe a proposito sapere i risultai ottenuti dagli organi di vigilanza sul contrasto ai prelievi illegali quali la pratica degli aspetti mattutini e serali . Inoltre volendo polemizzare sia sulla decisione della provincia che sulla norma comunitaria appare ancor più ingiustificato anticipare la chiusura della caccia alla beccaccia , quando nei paesi di transito extraeuropei e nei luoghi di nidificazione questa viene cacciata tutto il mese di febbraio e sino a marzo. Quindi a che scopo penalizzare la caccia lecita , a giovamento di ?
3) Si è diffusa non so se con fondamento la notizia che dal prossimo anno la provincia di Arezzo vorrebbe vietare l’uso del collare sonoro per i cani da ferma “ beeper”, anche tale decisione come le altre appare immotivata e priva di fondamento e non destinata a produrre risultati positivi in quanto per tipologia di caccia e razze utilizzate detto ausilio è diventato ormai di utilizzo consueto sia per l’attività venatoria che per soccorso del cane in caso di incidente .
Inoltre, l’ennesima limitazione della provincia di Arezzo creerebbe una nuova disparità di trattamento rispetto agli altri cacciatori delle province limitrofe che non hanno di questi “ problemi “ . Infatti l’utilizzo di questo collare è stato più volte detto e dimostrato, con articoli pubblicati sulla stampa specializzata che non influisce affatto sulle quantità dei prelievi, anzi emettendo il suono anche quando il cane è in ferma, sollecita il selvatico ad allontanarsi .
Tali decisioni, non supportate da alcun fondamento scientifico e prive di risultati hanno insinuato nei cacciatori, soci e non solo, il sospetto che siano state adottate non tanto per il bene della fauna ma per altri scopi che nulla hanno a che fare con la tutela di questa.
La presente è solo un invito ad intervenire e sensibilizzare chi è preposto alla redazione del calendario venatorio provinciale e alla gestione faunistica, al fine di ottenere risultati certi e duraturi. La pratica venatoria si compone di varie forme di caccia, tutte con pari dignità, ed è compito dell’amministrazione provinciale regolamentarle e non favorirne alcune a discapito di altre.
L’applicazione di restrizioni e divieti ingiustificati solo per talune forme di caccia e una eccessiva permissività verso le altre, che spesso sono esercitate in totale autonomia ed autogestione, presuppone una disparità di trattamento che non è eticamente e legalmente accettabile da chi subisce tale vessazione senza che ne venga spiegato il motivo.
L’associazione di cui faccio parte, si rende disponibile ad un confronto costruttivo con gli enti preposti al fine di poter risolvere le problematiche sopra esposte.
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