Caccia: La Corte dei diritti dell’Uomo riconosce la caccia conforme all’interesse generale con attività venatorie che fanno parte di un grande progetto naturale di gestione faunistica.
In una recente sentenza la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto la caccia come attività conforme all’interesse generale, necessaria per una gestione delle popolazioni animali selvatiche, oltre che per evitare danni alle attività antropiche. Conseguentemente la Corte ha affermato che la normativa che regola la caccia non ha semplicemente lo scopo di consentire un’attività di svago.
E’ quanto si legge in una nota dei Circoli dell’Ambiente. “Solo in Italia c’è un fronte bipartisan animal-integralista che non si rende conto che la caccia, la pesca e le altre attività venatorie fanno parte di un grande progetto naturale di gestione faunistica che non mira alla mera sofferenza di una bestia da massacrare per puro divertimento”.
Sono le parole di Alfonso Fimiani, Presidente dei Circoli dell’Ambiente e della Cultura Rurale, che continua “La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha riconosciuto non solo che il cacciatore va tenuto ben distinto dal bracconiere, ma che esiste in effetti la figura del ‘buon cacciatore’ il quale, attraverso la sua attività, contribuisce, così come ha sempre fatto l’uomo fin dalla notte dei tempi, a mantenere l’equilibrio di un ecosistema che, nel momento in cui viene imbalsamato, si altera completamente a causa dell’esubero di specie che evidentemente il Creatore ha plasmato affinché tra le tante funzioni avessero anche quella di fornire la carne per sfamare l’uomo, essere superiore.
È ovvio che tutti noi amiamo gli animali, compresi i cacciatori ed i pescatori, ma non rinunciamo al nostro bel filetto, alla nostra cotoletta od al nostro petto di pollo: cosa cambia, dunque, tra l’animale allevato, ingrassato ed ucciso e l’animale cacciato?
È per questo che noi” conclude Fimiani “continueremo a sostenere i protagonisti del mondo venatorio così come tutte quelle attività, come ad esempio la vivisezione, che inevitabilmente comportano sofferenze per degli animali, ma hanno quale fine ultimo quello di contribuire al benessere dell’uomo, fino a salvargli spesso la stessa vita”.