CASTELLAMONTE. Doppiette in azione da domenica 27 settembre, ma la stagione venatoria si apre con un elemento di novità che tira in ballo direttamente la massiccia presenza di cinghiali sulle colline del Canavese e il continuo verificarsi di incidenti, provocati proprio dagli ungulati, che ormai si avvicinano sistematicamente agli agglomerati urbani. Questo fenomeno ha indotto un gruppo di cacciatori a lanciare un appello ai sindaci dei Comuni altocanavesani chiedendo loro la concessione di una speciale autorizzazione per accedere nelle strade interpoderali, attualmente vietate al transito di automezzi non autorizzati, durante le battute.
«Alla base di questa richiesta c’è la necessità di contenere il numero degli ungulati, così da limitare i danni che gli animali provocano alle colture agricole, ma soprattutto garantire maggior sicurezza a chi viaggia sulle nostre strade, indipendentemente dal mezzo – spiega il vicesindaco di Castellamonte,Giovanni Maddio, ex presidente del Comprensorio alpino To4 –. Quello che chiediamo è un’autorizzazione, che può venire anche attraverso un’ordinanza dei sindaci, in deroga alla legge vigenti, per poter praticare (così come avviene per gli interventi di contenimento che vengono fatti dai selvacontrollori nel periodo di caccia chiusa) quelle piste, quelle strade bianche, dove non potremmo andare con i nostri mezzi facilitando il raggiungimento di alcune parti del territorio venatorio».
I cinghiali si sono moltiplicati a dismisura in tutto il Paese tanto che la loro attuale popolazione si aggirerebbe sul milione di capi. Lo scorso mese, il Comitato di gestione eporediese dell’Atc Torino 1 aveva promosso un drastico intervento di contenimento degli ungulati nel territori dei Comuni di Castellamonte, Baldissero, Bairo, Torre e nelle aree limitrofe dove la caccia agli ungulati è consentita. L’iniziativa, volta ad abbattere un determinato numero di cinghiali, il caso aveva voluto giungesse proprio nei giorni della tragedia di Cefalù dove un pensionato era rimasto ucciso e la moglie ferita proprio di un grosso ungulato. «Vogliamo evitare che queste cose succedano anche da noi – aggiunge Maddio – , per questo il nostro intervento ha lo scopo primario proprio il contenimento del numero di animali».
Il Comune di Castellamonte sta predisponendo una bozza di delibera
che verrà adottata dall’esecutivo guidato dal sindaco Paolo Mascheroni e poi trasmessa agli altri Comuni. L’obiettivo è sensibilizzare i primi cittadini al problema. «Sarebbe un segnale concreto se anche i colleghi amministratori l’adottassero» osserva Maddio.
Dario Ruffatto
La Sentinella del Canavese