Caccia: Furetto VS Coniglio. Abbiamo parlato molte volte della caccia al coniglio selvatico, non tutti però conoscono quella particolare forma che vede come protagonista il furetto e il cane, meglio se il Cirneco dell’Etna.
Progenitore del coniglio domestico, l’esemplare selvatico è un roditore che somiglia molto da vicino alla lepre, eppure si differenzia da quest’ultima per le dimensioni. E’ creatura notturna, esageratamente territoriale e preferisce vivere in colonie più o meno popolose composte da pochi maschi adulti (in alcuni casi anche solo uno) e diverse femmine. Le gerarchie che muovono le colonie di conigli, a grande sorpresa, sono ferree e i membri della “famiglia” sono tutti abili scavatori: non è un caso che le tane dei conigli siano intricate e profonde. Normalmente gli individui di basso rango vivono in tane periferiche, mentre i membri del gruppo più importanti occupano quelle centrali. Il coniglio è erbivoro e granivoro, e le sue capacità riproduttive sono ben cadenzate in tutto un anno durante il quale è in grado di portare a termine un massimo di 6 nidiate.
In grado di vivere all’incirca fino a sette anni (i conigli domestici arrivano addirittura ai 10) uno dei peggiori nemici del coniglio, specie in Sicilia dove questa caccia è ben nota, è il furetto. Chiunque abbia praticato questa forma venatoria inevitabilmente se n’è innamorato: il furetto semplifica sì le incombenze del cacciatore, eppure addestrarlo è cosa difficile e non sempre alla fatica corrispondono ottimi risultati.
Simile alla puzzola, il furetto è stato non a torto definito sanguinario: pare che il suo nome discenda direttamente dal latino fur ossia ladro, visto che fin da tempi antichi è stato un furbissimo cacciatore di conigli domestici. Probabilmente originario del Nord Africa, il furetto veniva usato già dai romani per catturare i conigli con l’aiuto delle reti: oggi invece il mustelide scova le sue prede naturali direttamente nelle tane, costringendo il selvatico alla fuga e dirigendolo sapientemente verso il cacciatore.
Per quanto le colorazioni del manto siano le più svariate, è bene ricordare che a detta di molti cacciatori gli esemplari migliori siano quelli con pelliccia che vada dal giallastro al bianco: difficilmente verranno confusi con i conigli in fuga e dunque uccisi dal cacciatore per errore.
Pur essendo creature particolarmente feroci, pare che siano anche sensibili all’umidità e al freddo ed estremamente delicate: purtroppo il tempo migliore per cacciare i conigli con il furetto è proprio quello piovoso e umido, quando i conigli restano nelle proprie tane per proteggersi dal freddo. Durante le belle giornate invece la caccia al coniglio selvatico si svolge a preferenza con il cane che segue le tracce del coniglio.
In linea di massima però la caccia con furetto può essere integrata anche con la presenza di cani da caccia: questi infatti possono costringere anche durante le giornate serene i conigli a far rientro nelle proprie tane dove ad attenderli si trova il letale furetto.
Questa forma di caccia si è tanto sviluppata che alcuni, per vivere in tempo reale le fasi della seguita sotterranea, legano al collo del furetto un bubbolo. I rumori che si possono percepire sono inizialmente sordi: si tratta delle sentinelle che avvertono dell’ingresso di un’ospite indesiderato. Il rumore è prodotto grazie al frenetico battito delle zampe posteriori sul terreno. Segue un rotolio confuso provocato dai più o meno numerosi conigli in fuga e immediatamente dopo la fuoriuscita del primo coniglio dalla tana, parte la caccia: a questo punto sta tutto nell’abilità del cacciatore dato che questa fase richiede non poca partica e dimestichezza.
Per evitare che il furetto all’interno della tana uccida qualche coniglio lo si dota di museruola (di cuoio o di corda): questa creatura particolarmente feroce ha infatti la capacità di dissanguare il selvatico in pochi minuti, occupando per un tempo più o meno lungo la tana.
Una volta conclusa la caccia recuperare il furetto non è cosa semplice: bisogna saperlo trattare con delicatezza, per evitare che scappi o che morda. Ammaestrare un furetto d’altronde è cosa che richiede impegno e capacità: si inizia fin dai tre mesi di età, e fin da subito si presenta palesemente il carattere indisciplinato della carnivoro. Tanto per cominciare è fondamentale che il furetto prenda confidenza con l’uomo e solo dopo è possibile avviare l’addestramento alla caccia del coniglio selvatico.
Normalmente i giovani furetti vengono addestrati con l’aiuto della madre che li conduce all’interno di tane vuote e mostra loro le varie fasi della cerca. In fasi successive alla tana vuota viene sostituita una tana abitata da conigli perché lentamente il furetto faccia esperienza. Normalmente si sceglie di addestrare non più di due furetti alla volta. Solo in questo modo i risultati possono essere gratificanti.
Ricordiamo che la caccia al coniglio con il furetto in alcuni paesi europei tra i quali Francia e Italia è stata vietata.