Caccia alla lepre con l’Ariegeois: Il ruolo del canettiere o conduttore è difficile ma pure gratificante. Tra i tanti consigli il più efficace e utile è sempre lo stesso: essere in grado di ascoltare con sensibilità e fiducia dei propri segugi. Hanno tanto da insegnare.
Quando si tratta di caccia alla lepre, l’ariegeois è una delle razze più adeguate, attenta, in grado di socializzare velocemente con il territorio e di stringere un legame di fiducia e di empatia con il canettiere. Proprio di canettieri abbiamo deciso di parlare oggi, e delle mansioni di questa figura tanto centrale ma di cui si discute davvero poco. Se in linea di massima tutti sappiamo che il ruolo del canettiere è quello di condurre i propri cani, per fare della giornata di caccia una gran bella occasione di relax e divertimento, ma nello specifico pochi conoscono i “trucchi” del mestiere.
Cambiare spesso terreno. Per essere effettivamente un buon canettiere, diversamente da come spesso si sente dire, non è sufficiente conoscere il territorio di caccia come le proprie tasche. Basti pensare che alcuni professionisti del settore per addestrare a dovere i propri ariegeois sono soliti cambiare spesso location: solo in questo modo sarà possibile mettere i cani nella condizione di confrontarsi con le situazioni più disparate e sviluppando una buona attitudine all’improvvisazione che non guasta mai durante la caccia.
Feeling e capacità di interpretazione. Quando si cambiano spesso territori di caccia, diciamocelo chiaramente, è impossibile che il canettiere conosca con precisione ogni angolo della pianura, della collina o del monte che sta visitando. Poco male visto che potenzialmente ha dalla sua un arma che gli consente di condurre i propri cani sempre con estremo profitto. Parliamo del legame che fa del canettiere una cosa sola con la propria muta: nel caso in cui il primo sia nuovo di una determinata zona, per non lasciare un vantaggio troppo grande alle lepri, potrà affidarsi all’istinto dei propri cani. Risulta chiaro che sia indispensabile saperlo interpretare e seguire.
L’autonomia del cane. Sono in tanti i canettieri professionisti di questo avviso: lasciare spazio ai cani da caccia, e intervenire il meno possibile è una decisione che premia in termini di divertimento e di carniere. Ovviamente l’intervento del canettiere è richiesto in alcuni casi particolari, e sarà maggiore quando si caccia in territorio fortemente antropizzati: in quel caso lasciare troppa libertà alla muta potrebbe mettere questa in grave pericolo.
Buon addestramento prima di tutto. Specie se si sceglie di lasciare molta libertà di movimento ai propri cani, è fondamentale che questi siano ben addestrati. L’ariegeois in questo aiuta parecchio vista l’intelligenza del cane, la grande capacità organizzativa e il suo essere cane ordinato e maneggevole che ben si adatta a caccie specialistiche. In ogni caso l’addestramento è fondamentale per diversi motivi: primo fra tutti il fatto che spesso, la dove si cacciano lepri, sono presenti molte altre specie (cinghiali, volpi, caprioli, ma anche daini) che potrebbero distrarre cani da caccia male addestrati. Per altro condurre una muta più o meno numerosa di cani non disciplinati potrebbe dimostrarsi particolarmente faticoso e decisamente poco remunerativo in fatto di carniere e divertimento.
Imparare dai propri segugi. Il segreto che tanti canettieri scelgono di offrire ai giovani che vorrebbero imparare è tanto essenziale quanto efficace e in sé conserva tutto il segreto di questa antica professione: fidarsi dei propri cani e imparare dai vecchi segugi con molta esperienza alle spalle. Il canettiere infatti deve essere prima di tutto un ottimo osservatore: il cane pure senza parlare è in grado di dire tanto al cacciatore in grado d’ascoltare.