Sono stati due gli interventi della Polizia Provinciale all’interno del Parco del Delta del Po per contrastare il fenomeno della caccia illegale. Nel primo caso gli agenti hanno sorpreso due persone originarie di Comacchio (provincia di Ferrara) che avevano sfruttato la fitta nebbia scesa sulle valli per non essere visti e cacciare con l’ausilio di un richiamo acustico nella zona di Pre Parco, più precisamente nelle valli lagunari. Entrambi erano anche impegnati a usare un motore elettrico in acqua.
Il reato di cui devono rispondere è quello di caccia con l’uso del richiamo acustico: è prevista una sanzione penale con un’ammenda che può arrivare fino a 1500 euro, senza dimenticare le otto settimane di sospensione dall’esercizio venatorio nella stessa area di Pre Parco. Il secondo intervento ha visto gli agenti collaborare insieme a una guardia volontaria di Federcaccia.
Nello specifico, un cacciatore proveniente dalla provincia di Ravenna è stato sorpreso con un richiamo acustico elettromagnetico in un appostamento fisso di caccia all’interno di un bacino d’acqua ad Argenta (sempre in provincia di Ferrara). All’uomo sono stati sequestrati il richiamo e il fucile per la distruzione. Il Parco del Delta del Po, il quale punta al riconoscimento dell’Unesco come patrimonio dell’umanità, è salito agli onori della ribalta a causa di un recente servizio della trasmissione “Striscia la notizia” sul bracconaggio.
Giusto una settimana fa il vicepresidente nazionale di Federcaccia, Lorenzo Carnacina, ha risposto alle accuse spiegando come la legge venga rispettata all’interno del Parco e come gli episodi illeciti vengano sempre denunciati. Lo stesso Carnacina ha voluto sottolineare il comportamento corretto della grande maggioranza dei cacciatori e l’inevitabile presenza di qualche soggetto che non rispetta le regole. Il doppio blitz della Polizia Provinciale è un monito importante nei confronti di altri cacciatori illegali.