Il CNC in attesa della sentenza del TAR sul contributo agli Ambiti Territoriali di Caccia umbri, rilascia sessanta fagiani riproduttori quale segnale di cambiamento.
“Se il ricorso al TAR – la cui decisione dovrebbe essere resa pubblica a giorni – da noi promosso per ritornare a pagare 25 €uro come negli altri due Ambiti Territoriali di Perugia, dovesse essere accolto, non solo si ridarebbe giustizia a tutti gli Uomini dei Boschi dell’ Umbria, ma sarebbe un altro passo importante verso un rinnovamento dell’attività venatoria in provincia di Terni”.
Un segnale di cambiamento, intanto, il Comitato Nazionale della Caccia della Ruralità e delle Tradizioni ha voluto darlo con il rilascio di sessanta fagiani riproduttori, avvenuto in questi giorni, non solo a Montecastrilli, ma anche a Avigliano Umbro, Acquasparta, Guardea, Allerona e Orvieto.
“Un segnale – puntualizza il responsabile per la zona di Orvieto, Evandro Caiello – che il CNC lanciò già dal suo esordio, da quando cioè la nostra associazione, dopo aver organizzato il convegno ISPRA a Casteltodino, si propose per la realizzazione di un progetto di “Zona di Ripopolamento e Cattura pilota” a costo zero. L’ Amministrazione provinciale, forse influenzata negativamente dalle organizzazioni di settore contrarie a tali innovazioni volontaristiche, non ha mai voluto raccogliere il nostro invito. Ma al riguardo il CNC è ancora fiducioso.
La metodologia innovativa del ripopolamento è stata curata in tutte le sue fasi: in primo luogo si è data ampia pubblicizzazione all’ avvenimento, non solamente nei confronti dei nostri iscritti, ma di tutti i cacciatori del comprensorio interessato al ripopolamento. I 60 fagiani di classe A (min.1 anno di vita), dispongono di certificazione in tal senso redatta dall’ azienda fornitrice che, non solo vanta la propria ubicazione all’ interno del Delta del Po, in provincia di Ferrara, ma che dispone esclusivamente di voliere a cielo aperto e di alimentazione per gli animali presenti con ‘metodo biologico’”.
L’inanellamento preventivo finalizzato alla ricognizione e alla mappatura biologica, la debita certificazione e i controlli sanitari da parte del personale preposto ASL di Ferrara (alla partenza), e di quello di Terni all’ arrivo, nonché la mappatura dei ripopolamenti verbalizzata dalla Polizia provinciale, hanno fatto da cornice alla liberazione dei cinque esemplari (1 maschio + 4 femmine) in ciascuna delle località prescelte.
“Pur in assenza degli strumenti indispensabili per poter realizzare una corretta e giudiziosa gestione del territorio e della fauna in esso esistente – conclude Caiello – con questo suo piccolissimo gesto, il CNC ha voluto dare ai cacciatori ternani che ancora credono nella caccia con l’ ausilio del proprio cane, un segnale forte e pieno di speranza. Cambiare si può. Anzi si deve”.
Segio Gunnella
Comitato Nazionale della Caccia della Ruralità e delle Tradizioni