Tutto il divertimento di una giornata di caccia al cinghiale a Scansano, meraviglioso comune toscano tutto verde, meravigliosi paesaggi e ottima cucina.
Scansano è un bel comune Toscano immerso nel verde che prima o poi mi ero ripromesso di visitare. L’occasione si è presentata sul finire dell’autunno scorso, quando alcuni compagni di caccia mi hanno parlato di un interessante azienda faunistica e venatoria proprio nei suoi dintorni. “Perfetto” mi dico io, e cerco informazioni sulla struttura. Google inizia a propormi meravigliose immagini, l’azienda faunistica sembra davvero interessante e per altro regala la possibilità ai propri ospiti di cimentarsi nella caccia al cinghiale.
In meno di due settimane la vacanza venatoria lunga un fine settimana è stata organizzata e consumata. Un’esperienza che ho in mente di ripete al più presto. Raggiunto il venerdì sera l’agriturismo, siamo stati immediatamente accolti da una meravigliosa cena tipica locale, rinfrescata dal Morellino di Scansano un rosso a denominazione di origine controllata e garantita che producono solo in quella zona. Non abbiamo comunque tardato a salutarci e a darci appuntamento per il giorno seguente alle 5 del mattino. Io personalmente l’avrei fissato anche prima, ma la guida – capo caccia propostoci dall’azienda venatoria ha così deciso, e chi si oppone alle decisioni del capo caccia? Dopo una velocissima colazione, davvero poco sostanziosa, ci siamo messi in marcia raggiungendo in brevissimo tempo i piedi della collina dove di li a poco si sarebbe svolta la nostra battuta. A valle il vento morbido non fa presagire niente di buono. Le nuvole che circondano la cima della montagna corrono impazzite e ringrazio il mio buon senso che mi ha fatto portare il gilet pesante. A questo punto Daniele, la nostra guida capo caccia inizia a distribuire dei fogliettini estraendo a sorte le postazioni che ciascuno di noi avrebbe dovuto prendere. Distribuisce anche qualche panino gentilmente offerto dall’azienda per tagliare i morsi della fame. Raggiungere la posta non è stato per niente difficile, lì tutto è organizzato per mettere a proprio agio cacciatori e ospiti. L’inizio della giornata è particolarmente mogio e io cerco d’ingannare il tempo concentrandomi sui volatili che mi sorvolano. Certo che fa rabbia pensare che quando vado a caccia di tordi non se ne vedano in giro. Qui invece mi svolazzano tutto intorno e io mi alleno nella mira senza però concludere niente. Siamo a caccia di cinghiali no? A ricordarmelo è il rumoreggiare dei cani, più a valle che insieme fanno sentire un potente abbaio seguito qualche momento dopo da almeno due colpi secchi. Quel vocio successivo mi fa immaginare che il primo cinghiale della giornata sia stato preso.
Dopo un’oretta di attesa il capocaccia ci contatta tutti tramite le radioline di cui ci ha fornito. Io sto consumando il mio panino accompagnato da un sorso d’acqua. Gli confermo che va tutto bene, non fosse per un poco di noia e chiudo la comunicazione. Per la battuta al cinghiale d’altronde ci vuole molta pazienza oltre che esperienza e chissà quante volte, durante i momenti di tranquillità, si pensa a come si reagirebbe nel caso in cui il cinghiale ci passasse accanto. Il più delle volte accade proprio così, che d’improvviso ti si pari davanti, o che ti sfiori su d’un lato correndo o peggio ancora ti carichi frontale. E’ in quei momenti che grazie all’adrenalina mi risveglio tutto e a sorpresa so dare il meglio di me. I miei pensieri vengono immediatamente interrotti da un abbaiare ben preciso verso la mia direzione. E’ automatico: mi metto in attenzione e mi gusto la frizzante adrenalina che mi corre nelle vene. A quel punto non si sente più fame, più freddo ne tanto meno noia. Aspetto l’attimo giusto che arriva pochi attimi dopo aver caricato l’automatico con due belle cartucce a palla unica.
Questa mattina il cinghiale decide di passarmi davanti, annusando l’aria e a passo lento. E’ sempre bello vedere un cinghiale, furbo come il demonio, forte, nero, possente. E’ davvero una creatura affascinante con quel suo pelo irsuto e le sue due zanne che spiccano per il contrasto di colori. Cerco la postazione migliore e più stabile, prendo la mira e sparo. Lo colpisco alla schiena o così mi pare, risvegliando tutta la furia di quell’animale spaventato messo in fuga.
Tempo pochi secondi sento qualche altro sparo e poi il corpo che cade a terra. Questo è stato il mio unico momento di gloria, che avrei potuto sfruttare meglio, ma il bello della caccia è anche questo, la possibilità di migliorarsi ad ogni battuta. Ovviamente alla buona caccia non potevano che seguire dei divertentissimi festeggiamenti e interessanti racconti. Ma questa è un’altra storia.