Lo stanziamento dei fondi regionali per i danni alle aziende agricole causati dai lupi, basta a coprire solo un terzo delle domande che ogni anno arrivano alla Regione Umbria. L’ammontare stanziato per il 2020 è di appena 70mila euro nonostante, come gli stessi numeri dicono, la cifra che servirebbe per risarcire ogni richiesta dovrebbe essere almeno tre volte tanto. Non solo queste risorse sono inadeguate, ma rimangono invariate da anni, nonostante l’aumento dei lupi e degli attacchi registrati ormai in tutta la Regione, anche in zone di collina.
Una cifra irrisoria, inoltre, considerando anche il periodo difficile sotto l’aspetto economico che stanno vivendo tutte le aziende, specie quelle agricole ubicate in aree rurali marginali e, proprio per questo, ad alto rischio di isolamento sociale e finanziario. Il modus operandi di Cia, però, è quello di lavorare sulla prevenzione, piuttosto che sperare nell’aumento dei fondi. Per questo, appoggiamo pienamente la decisione dell’Assessorato all’Agricoltura guidato da Roberto Morroni di adeguare il calendario venatorio regionale a quello delle regioni confinanti, come le Marche, e aprire la caccia da novembre a gennaio. In questo modo, si evitano gli spostamenti dei cinghiali nei periodi in cui l’abbattimento è consentito in un territorio ma vietato in un altro, e si dà continuità agli interventi dei cacciatori, limitando il numero degli animali e, di conseguenza, dei danni.
Il plauso di Cia-Agricoltori Italiani dell’Umbria, quindi, all’assessore Morroni per questa responsabile decisione che, secondo il nostro parere, darà dei risultati concreti già nella stagione 2020/2021. Chiediamo, al contempo, che l’azione di contenimento della specie cinghiale attraverso i prelievi selettivi in ottobre, sia in braccata che singola, venga estesa a tutto il territorio regionale e non, come proposto oggi, solo nelle zone bianche, considerando che non esiste più alcuna differenza tra zone vocate e non vocate per i cinghiali, come abbiamo più volte documentato.
Se è vero che i soldi stanziati per i danni da lupi sono insufficienti, è altrettanto vero che con questo nuovo calendario venatorio, la Regione Umbria potrà risparmiare delle risorse per sanare le questioni ancora non risolte, come quella dei caprioli, per i quali ci arrivano molte segnalazioni di danni alle coltivazioni arboree, con vigneti e uliveti gravemente rovinati dopo il passaggio di questi animali selvatici. Per questo motivo, Cia Umbria resta a disposizione per un confronto con l’Assessorato e le altre organizzazioni di categoria, per trovare al più presto un modo per affrontare in modo serio il problema della fauna selvatica in Umbria.