Caccia alla Cesena: Volatile affascinante, proveniente dall’estremo nord europeo, la caccia alla cesena richiede al cacciatore pazienza ed esperienza.
Sospettosa e diffidente la cesena ben si adatta per una caccia in appostamento o da capanno. La cesena ha il primato d’essere il più grosso fra i turdidi cacciabili, lungo 27 cm e dal peso che si aggira intorno ai 110 – 120 grammi.
Proviene dall’estremo nord europeo, dalla Scandinavia, dalla Siberia, ma anche dall’Asia, e la sua vista preannuncia l’arrivo dei mesi freddi. Dare la caccia alla cesena significa conoscere necessariamente le abitudini di un uccello tanto particolare e affascinante.
Intelligente e sagace, preferisce vivere fra gli alberi, meglio ancora se dotati di fusto alto e si nutre di bacche di vischio, di biancospino o in alcuni casi di ginepro; non di rado però visita il suolo alla ricerca di chiocciole o larve. Non disdegna nutrirsi di mele e pare ghiotta di cachi.
Conoscere le sue abitudini alimentari significa individuare con facilità i territori nei quali è possibile trovarla. In quelle zone l’uccello sosta in attesa della migrazione invernale, abitandole in branchi anche particolarmente numerosi.
Riconoscerla è davvero semplice, vuoi per la sua mole, vuoi soprattutto per la colorazione del suo piumaggio: il collo è colorato di un bel grigio cenere, esattamente come la groppa, mentre il dorso è rossastro e la coda tende al nero. La particolarità è rappresentata da insolite strisce scure che le attraversano tutto il corpo.
Di rado la cesena supera il limite alpino, e solo in rari casi va oltre la catena appenninica Emiliana: ciò avviene solo a causa di inverni particolarmente rigidi. Non appena percepisce il miglioramento delle temperature abbandona le zone di svernamento e si dirige verso il nord Europa, verso i luoghi d’origine.
La migrazione invernale invece ha principio durante i primi giorni di novembre ma di norma si prolunga fino alla metà di dicembre per quanto non esistano certezze matematiche: i cacciatori sanno bene che la cesena non è un uccello caratterizzato da una migrazione regolare tanto che durante alcuni anni si verificano vere e proprie invasioni da parte del selvatico e durante altre annate le comunità di cesene che visitano l’Italia sono davvero scarse.
A rendere particolarmente complicata la caccia il fatto che la cesena si muova in gruppo: durante la pastura alcuni membri della comitiva rimangono di vedetta prontissimi ad avvertire i compagni in caso di pericolo con un caratteristico strillo. Ecco perché l’appostamento deve essere lento e silenzioso, e non sempre l’uso di richiami può garantire una buona giornata di caccia: le cesene sono tanto intelligenti che dopo i primi inganni, non cedono più ai richiami “artificiali”.
Il buon capannista che si dedica alla caccia della cesena durante il periodo di passo, non deve essere impetuoso. E’ infatti da ricordare che di norma la prima cesena che si mette in pianta è la famosa spia, cui seguono, se nessun problema è stato riscontrato, tutte le altre facenti parte del gruppo, come accennato in precedenza spesso molto numeroso. Spaventare la spia significa rovinare l’intera giornata di caccia.
E’ invece impensabile la caccia in forma vagante: la cesena è fin troppo gregaria e sospettosa per cedere ad una caccia di questo tipo; l’unica tecnica efficace è quella dell’appostamento, con l’uso di richiami vivi, mentre durante l’inverno inoltrato, una volta individuati i luoghi di pastura, si potranno costruire dei piccoli capanni temporanei da mimetizzare con estrema cura. I richiami vivi per altro devono necessariamente essere presenti in un numero discreto, che si aggira fra i 10 ed i 12 in chiusa o liberi.
Da ricordare inoltre che la cesena non è un volatile mattutino: il più delle volte piuttosto lo si vede volare in branchi e spostarsi in pieno giorno. Elemento fondamentale per la caccia alle cesene è infine il seccone: si tratta di un appoggio appositamente messo in cima alle piante, punto di sosta preferito dal branco che vi torna nonostante precedenti fucilate, specie nel caso in cui il cacciatore sia dotato di buoni richiami.
Il fucile normalmente usato è un calibro 12 con una buona strozzatura.