La caccia in braccata al cinghiale nelle “aree non vocate” e il prelievo della specie Pavoncella e Moriglione, sono stati i temi centrali della videoconferenza di questa mattina, indetta dall’assessore Marco Remaschi. Un confronto aperto e costruttivo dal quale sembrano essere scaturiti positivi orientamenti, per il lavoro dei prossimi giorni. La caccia in braccata al cinghiale nelle aree non vocate, nel periodo Ottobre-Gennaio, già regolamentata anche nella precedente stagione venatoria, si è rivelata un importante strumento per il contenimento della popolazione di cinghiale, nelle aree cespugliate e boscate, limitrofe all’area non vocata, spesso rifugio per la specie.
In queste zone, data la parziale efficacia sviluppata dalle altre forme di caccia, tale metodologia, può svolgere un importante ruolo di riduzione dei potenziali danni alle coltivazioni agricole. Con apposita delibera che sarà nostra cura divulgare appena approvata e pubblicata, verrà pertanto integrato l’attuale Calendario venatorio regionale recentemente approvato. Questo importante aspetto ha ottenuto un sostanziale “via libera” da parte dei soggetti presenti al confronto. Di altra natura la disputa sul prelievo delle specie Pavoncella e Moriglione.
Come noto, grazie anche al puntuale contributo sviluppato nei giorni scorsi dal nostro ufficio Studi e ricerche faunistiche ed agro-ambientali, tali specie sono state regolarmente inserite nell’elenco di quelle cacciabili nel calendario venatorio regionale 2020/21. Alcuni giorni fa, il Ministero dell’Ambiente ha inviato alle Regioni e Province autonome, una lettera nella quale si chiedeva la sospensione della caccia a dette specie a seguito del loro inserimento nell’allegato A dell’accordo AEWA. Nell’intervento in videoconferenza, Marco Salvadori in rappresentanza di tutte le associazioni aderenti alla Confederazione Cacciatori Toscani, ha contrastato con forza e dovizia di argomentazioni, la strumentalità di tale richiesta del MATTM e le incongruenze e lacune riscontrate nelle argomentazioni inserite nella missiva.
Difendere le scelte compiute nel Calendario senza arretramenti ingiustificati, rimane una posizione motivata sia sul piano del principio sia su quello della forza dei dati e argomenti tecnico scientifici. Ci sono Sentenze recenti del Consiglio di Stato (sez.III del 18/10/2019) che hanno stabilito che le due specie possono essere oggetto di prelievo venatorio. I dati sulle ricatture in ambito europeo della Pavoncella e quelli relativi all’incidenza della caccia su questa specie e sul Moriglione, presentano elementi oggettivi a conferma della legittimità delle scelte compiute dalla regione. Abbiamo fatto presente che sarebbe bastato approfondire l’entità del prelievo di Pavoncelle e Moriglioni in Italia e confrontarlo con la numerosità delle popolazioni per comprendere che l’incidenza di questa mortalità è ininfluente sulla demografia complessiva di queste specie.
Per la pavoncella è stimato un prelievo annuale compreso fra 46.000 e 56.000 capi mentre per il moriglione fra 15.000 e 18.000 capi (Sorrenti et. al., 2017). La pavoncella ha una stima in Europa compresa fra 3.190.000 e 5.170.000 individui maturi, mentre il moriglione fra 1.950.000-2.250.000 soggetti (IUCN, 2020). Applicando i dati medi delle stime (prelievo e popolazione totale) si ottiene per la Pavoncella un’incidenza del prelievo del 1,22%, mentre per il Moriglione dello 0,78% . Basta confrontare queste percentuali con i dati pubblicati di mortalità naturale che sono compresi per la pavoncella fra il 30 e il 40 % (Guida alla Disciplina della Caccia UE) e per il moriglione fra il 19 e il 25% per i maschi e fra il 31 e il 33% per le femmine (Folliot et al., 2019) per comprendere che il prelievo in Italia è così basso da essere nell’ordine di grandezza di quello consentito per la caccia in deroga, quindi ininfluente sulla conservazione delle specie (Guida alla Disciplina della Caccia UE paragrafi 3.5.36 e 3.5.42).
Infine è stato ribadito come il mondo venatorio contribuisca anche in Toscana alle azioni di conservazione e ripristino degli habitat per queste due specie. Su questi ed altri elementi tecnico-scientifici già inviati da parte nostra all’assessorato, Marco Salvadori ha proposto di predisporre una urgente e ferma risposta da parte della Regione Toscana al MATTM per riaffermare la legittimità del calendario approvato impegnando la Regione Toscana a coordinarsi con le altre realtà regionali per rigettare questo palese attacco alla caccia ed alle prerogative delle regioni stesse.