Tutto è cominciato con le dichiarazioni a mezzo stampa del presidente provinciale di Libera Caccia, Salvatore Vescio, che si è rivolto al presidente della Regione, Mario Oliverio; “I cacciatori catanzaresi sono vittime di ingiustizie e incertezze”.
Il Presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale Libera Caccia, Salvatore Vescio, si unisce ad Antonio Talarico nella richiesta di intervento rivolta al Presidente Oliverio, per mettere ordine al più presto alla gestione dell’attività venatoria catanzarese, affidata al momento a un nuovo Comitato di Gestione, che, se pure presieduto da un avvocato, agisce in palese contrasto con le direttive e disposizioni emanate dalla Regione, che già da alcuni mesi è ufficialmente l’organo che ha competenza in materia di caccia.
Di recente l’A.N.L.C. aveva evidenziato come tutte le decisioni assunte dal nuovo presidente dell’ATC CZ1 fossero state caratterizzate da improvvisazione e superficialità, che avevano alimentato malcontenti e polemiche tra i cacciatori, come accaduto per le modifiche ai confini delle aree di caccia al cinghiale, nonostante il veto disposto dalla Regione, ed ancora per le proposte di modifica al regolamento sulla caccia al cinghiale, che aveva fatto scaturire addirittura un ricorso al TAR e per la costituzione di squadre nuove non autorizzate dalla Regione.
Si auspica che almeno questa volta le accorate lamentele sulla cattiva gestione dell’attività venatoria a Catanzaro siano prese seriamente in considerazione e che possano stimolare immediati interventi risolutivi, ribadendo la disponibilità da parte delle maggiori associazioni venatorie a incontrarsi con il Presidente Oliverio per esporre dettagliatamente le ragioni del malcontento.
Non è mancata la replica, del presidente dell’Ambito Territoriale di Caccia CZ1, l’Avv. Antonello Mancuso che ha affermato, “Se il malcontento di cui parlano le suddette persone – dichiara Mancuso – è provocato dal fatto che dall’insediamento del nuovo ATC sono state ripristinate le regole democratiche, eliminando tutte le prerogative di cui godeva il Presidente di Liberacaccia sia nell’ATC che nella Provincia di Catanzaro, allora stiano tranquilli sia il Governatore Mario Oliverio che il Presidente della Provincia Enzo Bruno che la gestione della caccia e del nuovo ATC della Provincia di Catanzaro finalmente è gestita con trasparenza e nel rispetto delle norme e dei regolamenti”.
“Questo ATC – prosegue Mancuso – sta sanando tutte le problematiche ricevute in eredità sia finanziarie che gestionali dall’ex ATC amministrato proprio dal Vice Presidente Provinciale di Liberacaccia, ricandidatosi e non rieletto alle ultime elezioni del 4 maggio u.s.. In soli pochi mesi è stata data una svolta decisiva all’ATC e, anche in un periodo in cui le competenze in materia della caccia sono passate dalla Provincia alla Regione, mai e ripeto mai sono state disattese le direttive emanate”.
“Negli ultimi giorni – ha spiegato Mancuso – ci siamo relazionati sia con la Regione che con il Dirigente Delegato dal Direttore Generale del dipartimento dell’agricoltura della Regione dott.ssa Rosetta Alberto, con la quale, grazie alla sua competenza e disponibilità, si sta garantendo la regolare assegnazione delle aree a tutti i cacciatori di caccia al cinghiale che inizierà il prossimo 1° ottobre. Anche in quest’ultimo caso ad esempio sarebbe utile che il Presidente di Liberacaccia spiegasse invece perché lo scorso anno è stato avallato, la concessione di 71 aree di caccia al cinghiale anziché 70 come prevede il regolamento come d’altronde quest’anno è stato regolarmente fatto dal nuovo ATC CZ1”.
“Questo ATC gradirebbe accontentare tutte le richieste che pervengo – dichiara Mancuso – ma purtroppo il regolamento prevede che il numero massimo di aree da assegnare per la caccia al cinghiale siano solo 70 al fine di garantire l’esercizio di altre forme di caccia. Sono queste le direttive e le disposizioni che sarebbero state disattese? Al dipendente Talarico dico solo che sarebbe il caso che il nucleo di valutazione esaminasse le sue esternazioni in quanto un dipendente che percepisce un regolare stipendio non può fare politica attraverso le proprie mansioni”.
“Non verrà dato ulteriore seguito – conclude Mancuso – ad altre repliche, considerando veramente offensivo dell’intelligenza altrui sottoporre i lettori ad ulteriori produzioni di elucubrazioni su un “non-problema”.
( 30 settembre 2015 )
Fonte: Comunicati Stampa