Caccia: Campania, il Sindacato Venatorio Italiano dice NO al Parco Eolico San Lupo, nella provincia di Benevento; “Interrogato…il morto non risponde!!!
Come nostro costume non ci limitiamo a fare solo comunicati stampa fini a se stessi ma diamo conto, puntualmente, ai nostri iscritti e simpatizzanti, delle ultime novità riguardanti le azioni intraprese dallo S.V.I.. A tale riguardo, quindi, cominciamo a tirare le somme su quanto noi proposto a tutte le Associazioni, siano esse venatorie o ambientali, di aderire al nostro progetto di contrastare la nascita di un eco-mostro in località San Lupo (BN) che, con demagogica terminologia, i perbenisti politici e pseudo-ambientalisti chiamano Parco Eolico.
Si signori, parlano di “parco” giocando con la psiche delle persone e facendo così richiamare alla mente boschi incontaminati, con ruscelli limpidi ed uccellini multicolori, dove, invece, in realtà si costruirà una mega-struttura fatta di migliaia di metri cubi di cemento con distruzione totale di migliaia di ettari di bosco (si pensi solo al macello che si dovrà fare per costruire le strade necessarie per raggiungere i crinali delle montagne), con l’utilizzo di materiali altamente tossici per l’uomo e per l’ambiente (che al termine della loro naturale vita dovranno pur essere smaltiti in qualche modo), dell’orrida vista che ne seguirà (con conseguente perdita del valore paesaggistico che andrà ad incidere anche sul turismo “green”) ed alla consapevolezza della morte di centinaia o forse migliaia di uccelli (soprattutto rapaci, quindi, specie particolarmente protette) che ignavi impatteranno contro quelle maledette pale e stramazzeranno al suolo in attesa di morte certa ( senza considerare il mutamento delle rotte di migrazione di decine di specie di uccelli che, non riconoscendo più la rotta, cambieranno strada per spostarsi su direttrici di migrazione diverse, evitando di transitare per l’Italia).
Tutto questo per un effimero bene temporaneo fatto di fondi europei e nazionali che per i primi anni arriveranno a cascata (non ci interessa nelle tasche di chi) ma poi termineranno lasciando dietro di se solo macerie e distruzione del bene più prezioso che è appunto l’ambiente e la bio–diversità, che tanta ricchezza potrebbe, invece, portare, per decenni o secoli, per contadini, allevatori, addetti al turismo e, perché no, per gli operatori del settore venatorio. La miopia politica sta dando il massimo, in questo momento di crisi economica, per distruggere le poche risorse, naturali ed economiche, che abbiamo nel silenzio di tutti, o quasi. Con nostro comunicato stampa, datato 24 luglio c.a., infatti, abbiamo chiesto a tutte le associazioni (senza fare differenza alcuna tra venatorie o ambientali, riconosciute o non riconosciute) operanti sul territorio campano di volerci dare un loro cenno di assenso per aiutarci in questa lotta, dando come scadenza temporale per l’adesione il giorno 10 agosto. Orbene la fatidica data è arrivata ma non le risposte di adesione, non almeno nella misura che ci aspettavamo.
Hanno aderito, prontamente: l’Associazione agricola Col-Diretti di Benevento (dando disponibilità a partecipare con il proprio ufficio legale al ricorso al T.A.R.); l’Associazione Venatoria Associazione Cacciatori Campani (dando la propria disponibilità economica e strutturale per lo stesso scopo); l’Associazione ambientalista Wilderness Italia (con formale lettera di protesta presso le Istituzioni a ciò preposte). Le altre Associazioni venatorie, ad oggi, non hanno aderito. Semplicemente non rispondendo al nostro invito o rimandando la decisione ad improbabili riunioni (a data da destinarsi) del Coordinamento Unico delle Associazioni Venatorie Campane che sembra non interessato a salvaguardare il territorio e l’ambiente (non fosse altro perché senza territorio a caccia non si va). Le ambientaliste, tolta la su citata, ci hanno semplicemente snobbato.
A queste associazioni diciamo che c’è ancora tempo per fare il “mea culpa” e di aiutarci nella lotta. Infatti il ricorso deve essere inoltrato, inderogabilmente, entro il 24 agosto. Vi aspetteremo fino al 23 poi ognuno si assumerà la propria responsabilità nei confronti dei propri iscritti ma, soprattutto, nei confronti delle generazioni future, incolpevoli, che non avranno la possibilità di godere di un territorio incontaminato, tramandatoci dai nostri padri ma noi incapaci di trasmetterlo ai nostri figli.
Intanto la lotta continua e noi non ci fermeremo anzi vi informiamo di una prima vittoria, infatti, con lettera datata 30.07.2013 (che alleghiamo in copia) il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio ha risposto alle nostre deduzioni richiedendo alla Regione Campania informazioni inerenti l’iter procedurale seguito per autorizzare la nascita del Mostro eolico. Attendiamo, con la serenità dei giusti, di vedere cosa si inventeranno per far valere le loro inesistenti ragioni.
14 agosto 2013
Ufficio Stampa Sindacato Venatorio Italiano